Sospetti
A me non piace essere sospettosa... Mi fa sentire insicura e anche un po' codarda...
Ma in questi giorni a Milano non ho potuto fare a meno di sentirmi un po' diffidente.
Quando salgo sulla metro non posso non chiedermi chi sia chi mi sta accanto, che cosa ci sia nello zaino del passeggero in fondo alla carrozza, dove stia andando quell'uomo dai tratti mediorientali che è salito con me...
Mi sono chiesta diverse volte se non fosse solo un mio problema. O se anche le persone che incontro per strada si stiano domandando le stesse cose...
Poi leggo quello che è successo ieri a Bagdad e non posso fare a meno di pensare che, in fondo, tutti sono nella mia stessa condizione. Che anche chi non lo dice, chi non lo fa vedere ha nel cuore un po' di inquietudine.
Ma, una volta tanto, non vale il detto "mal comune, mezzo gaudio". Anzi, vale, ma non per noi. Vale per i terroristi, per coloro che hanno potere di portare la gente ad uccidersi a vicenda solo con le parole, le intimidazioni, giocando con i sentimenti.
E questo è ancora più doloroso e mi fa sentire ancora più cordarda.
Ma, in un certo senso, mi sprona anche. Mi spinge ad essere meno intimorita senza diventare sprovveduta. A trovare un equilibrio. A non diminuire l'attenzione a ciò che ho intorno, che c'è e che non possiamo ignorare, senza che questa si trasformi in pura follia.
Mi spinge ad imparare a non avere paura, a non fare il gioco dei terroristi.
Ma in questi giorni a Milano non ho potuto fare a meno di sentirmi un po' diffidente.
Quando salgo sulla metro non posso non chiedermi chi sia chi mi sta accanto, che cosa ci sia nello zaino del passeggero in fondo alla carrozza, dove stia andando quell'uomo dai tratti mediorientali che è salito con me...
Mi sono chiesta diverse volte se non fosse solo un mio problema. O se anche le persone che incontro per strada si stiano domandando le stesse cose...
Poi leggo quello che è successo ieri a Bagdad e non posso fare a meno di pensare che, in fondo, tutti sono nella mia stessa condizione. Che anche chi non lo dice, chi non lo fa vedere ha nel cuore un po' di inquietudine.
Ma, una volta tanto, non vale il detto "mal comune, mezzo gaudio". Anzi, vale, ma non per noi. Vale per i terroristi, per coloro che hanno potere di portare la gente ad uccidersi a vicenda solo con le parole, le intimidazioni, giocando con i sentimenti.
E questo è ancora più doloroso e mi fa sentire ancora più cordarda.
Ma, in un certo senso, mi sprona anche. Mi spinge ad essere meno intimorita senza diventare sprovveduta. A trovare un equilibrio. A non diminuire l'attenzione a ciò che ho intorno, che c'è e che non possiamo ignorare, senza che questa si trasformi in pura follia.
Mi spinge ad imparare a non avere paura, a non fare il gioco dei terroristi.
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