Saturday, July 30, 2005

Effetto collaterale

"Il terrorismo non deve cambiare il nostro modo di vivere". E' una presa di posizione forte, un'affermazione categorica con una grande carica emotiva, di cui tutti abbiamo bisogno quando ci sentiamo insicuri e vulnerabili.
D'altra parte, come ogni affermazione categorica, risulta difficile da applicare ai singoli casi particolari, che richiedono molta più pragmaticità. Mi spiego.

Il terrorismo è uno dei crimini più vergognosi che possano esistere, perchè trae origine da una concezione abberrante della realtà. Nasce e cresce nella menzogna, si nutre di un odio gretto ed incondizionato, agisce subdolamente. Per questo, qualsiasi atto terroristico deve necessariamente essere condannato; senza possibilità di appello. Non esistono, a mio parere, attenuanti.

Da questo punto di vista "il terrorismo non deve cambiare il nostro modo di vivere". Non possiamo scendere a patti con degli assassini, non possiamo renderci complici dei loro delitti. Questa è un'esigenza imprescindibile. Ma c'è un rischio.

Che un'affermazione categorica diventi un pretesto per ignorare un'evidenza scomoda: dall'11 settembre non possiamo, non posso continuare a credere ingenuamente che i valori su cui si fonda il mio, il nostro modo di vivere siano inattaccabili ed invulnerabili. Anche se sarebbe "rassicurante" crederlo. Essere convinti che gli obiettivi del terrorismo siano precisi punti nevralgici dell'economia capitalista, della religione cristiana o giudaica, della democrazia e del liberalismo occidentali. E' molto più scomodo convincersi che gli obiettivi dei terroristi siano tanto il Presidente degli USA, quanto uno studente pacifista e "no global", un operaio padre di famiglia, un musulmano praticante, quanto io stessa, quanto tutti noi. Senza distinzioni.

Certo: "il terrorismo non deve cambiare il nostro modo di vivere", anzi, deve farcene recuperare l'essenza. Perchè in una società come la nostra, libera, tollerante e multietnica rischiamo, spesso, di dare per scontato "il nostro modo di vivere". Il terrorismo ci deve rendere consapevoli del contrario.

E' quando ci sentiamo minacciati, quando il nostro "modo di vivere" viene messo in discussione, che siamo forzati a decidere che cosa, nella nostra vita, sia superfluo, o quantomeno non necessario, e che cosa sia irrinunciabile. Dobbiamo scegliere a che cosa, a quanto siamo disposti a rinunciare per tutelare beni più grandi, e, invece, ciò di cui non potremmo mai fare a meno, ciò che è necessario alle nostre esistenze. Dobbiamo riscoprire ciò che sappiamo rendere la vita degna di essere vissuta, che sappiamo essere indispensabile per sentirci Uomini e dobbiamo imparare di nuovo ad amarlo e a difenderlo. Non solo per noi stessi o per i nostri cari, ma per ogni persona, anche la più lontana e dimenticata.

Riscoprire ciò che rende Vita la vita. I terroristi potrebbero, loro malgrado, aver ignorato questo potente effetto collaterale.

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