Sunday, July 23, 2006

Vincristina

Non è che sono megalomane... Vincristina è il farmaco che mi ricorderò sicuramente all'esame (per ovvie ragioni)...
E' un alcaloide della vinca (questo fiorellino azzurro, che probabilmente avete già visto)


ed è uno dei più potenti chemioterapici di origine vegetale.
Insieme alla vinblastina ed al taxolo (estratto dalla corteccia del tasso), ha la capacità di stabilizzare una parte dello scheletro cellulare (il citoscheletro), agendo, in particolare, sui microtubuli.
I microtubuli sono delle specie di bucatini proteici, costituiti da tubulina, una proteina globulare), che ha la capacità di allinearsi e legarsi testa cosa, formando delle veri e propri fili di perle (protofilamenti).
13 protofilamenti si mettono fianco a fianco per creare un microtubulo.


I microtubuli fanno un sacco di cose.
La loro proprietà più importante è la dinamicità: continuano a crescere e disfarsi, aggiungendo o perdendo subunità di globulina.
Tra le numerose attività dei microtubuli c'è quella di agganciare (in fase M -mitosi- del ciclo cellulare) i cromosomi duplicati (2 cromatidi fratelli attaccati a formare le famose x con cui vengono di solito rappresentati) e separarli, in modo che ciascuna nuova cellula riceva un corredo genetico completo.



Ovviamente questo richiede che i microtubuli crescano, in un primo tempo, dai 2 poli cellulari verso l'equatore della cellula in divisione, dove i cromosomi si trovano allineati, e poi decrescano, tirando ciascun cromatide verso uno dei poli. Altrimenti il gioco non funziona, ovviamente.
Questo è il bersaglio degli alcaloidi della vinca, che si legano alle subunità impedendo la crescita (nel caso di vincristina e vinblastina) o ai microtubuli formati, impedendone la decrescita (nel caso del taxolo).
Incredibile, no?
E' vero che sto parlando di chemioterapici, ma lo trovo estremamente affascinante...

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