Sunday, September 25, 2005

Peccare di superbia

"Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguire virtute e conoscenza...

de' remi facemmo ali al folle volo,
sempre acquistando dal lato mancino."


A volte ci si sente proprio come Ulisse (su più piccola scala, si intende). Soprattutto se, come me, si amano le sfide e si ha una grande fiducia nelle proprie capacità. Forse troppa. E si pecca di superbia, si cade e ci si fa un po' male...

Ma, in fondo, anche Dante non sembra condannare Ulisse per il peccato capitale in sè(che, nonostante tutto, nella figura del leone, ha intralciato il Sommo Poeta nel suo cammino -cfr. Canto I-). Non c'è, nell'Inferno, un girone dedicato ai superbi, in fin dei conti. Forse anche Dante non si sentiva la coscienza a posto.
Perchè, in fondo, tendere ad obiettivi grandi, con sconsideratezza, forse, è ciò che spinge l'uomo a riconoscere i propri limiti... E a tentare di superarli...
Ed è l'unico modo con cui possiamo allontanarci dalla "bestialità" ed accentuare il lato più nobile della nostra natura, quello più "divino"...

Anche se a volte capita di farsi male, perchè siamo limitati, perchè l'obiettivo supera le nostre capacità, non si può non provare. Avere coraggio, fiducia e buttarsi.

Non sono, alla fin fine, i superbi, ma gli ignavi e i pigri e gli accidiosi che vengono relegati nell'Inferno.

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