Tempo
"se un giorno o una notte un demone strisciasse dentro la tua più solitaria solitudine e ti dicesse: "questa vita, questo che adesso tu vivi ed hai vissuto, dovrai viverla ancora una volta e un numero infinito di volte; e non vi sarà niente di nuovo, ma tutto ritornerà, ogni dolore e ogni piacere, ogni pensiero ed ogni sospiro, ogni cosa piccola o grande, e tutto nello stesso ordine... anche questo ragno, e questo chiaro di luna tra gli alberi, ed anche questo momento, ed io stesso" […] Non ti getteresti per terra digrignando i denti e maledicendo il demone che così ha parlato? […] Se quel pensiero si impadronisse di te, farebbe di te un altro da quello che sei. Di fronte a tutte le cose ti porresti la domanda: "Vuoi questo di nuovo e per innumerabili volte? ", e questa domanda graverebbe come un peso tremendo su ogni tuo atto".
[F. Nietzsche, aforisma 341° de La Gaia Scienza]
...Dell'eterno ritorno si parla quasi sempre in termini di gravità, pesantezza, responsabilità.
Per me Nietzsche non intendeva questo. Il suo metro di giudizio dell'azione, per me, è molto più positivo ed incoraggiante:
"Fai in modo che ogni attimo sia così unico e bello, da renderlo degno di essere rivissuto in eterno."
Per questo trovo l'idea dell'eterno ritorno estremamente affascinante...e piacevole.
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