Friday, January 06, 2006

Riceerca e Libertà

Sebbene ampiamente soppiantati dalla Befana (purtroppo), la figura centrale della festa del 6 gennaio dovrebbe essere quella dei Magi.

Uomini di profonda cultura, scienziati, astrologi, in particolare.

Riflettendoci mi è venuto da pensare ad un'analogia con i ricercatori moderni...
Ed oggi, forse un po' ironicamente, ho pensato ai Magi come modello.
Perchè no, in fondo?
Ma, anche, in che senso?

Certo, il paragone è un po' azzardato. Soprattutto perchè hanno "meritato" di essere ricordati per duemila anni (ed io non credo accadrà la stessa cosa con la maggior parte dei premi Nobel!).

E mi sta risuonando in testa una frase, una citazione dal cartone animato "Il Re Leone" (stasera a ruota libera, eh?): "Ricordati chi sei, tu sei molto ti più di ciò che sei diventato". (Lo dice Mufasa a Simba, in sogno...).

Sì, forse, duemila anni fa neppure i Magi si sentivano quegli uomini speciali che poi sono diventati (almeno nella Bibbia e per chi ci crede). Altrimenti, penso, non avrebbero sentito la necessità di mettersi in ricerca. Probabilmente anche loro sentivano dentro questa frase (una simile, almeno!).

E fa bene anche al ricercatore moderno, avercela dentro.
La domanda vera, per chi fa ricerca, dovrebbe sempre essere questa: "Che cosa siamo e che cosa vogliamo essere?".

E la scelta, in ultima istanza, penso sia quella tra schiavitù e libertà.

Per fare ricerca l'uomo deve essere libero.

E' un dono sublime e terribile, la libertà. Sublime perchè ci permette di farci delle domande e di metterci in ricerca delle risposte. Ci fa sentire capaci di agire per trovare un senso all'esistenza. E ci permette di impiegare, di mettere a frutto tutte le qualità migliori che abbiamo.
Terribile perchè essere liberi significa essere senza terra. Vuol dire non aggrapparsi disperatamente ad una certezza, ad una scoperta, ad una conquista come se fosse una verità universale, eterna ed immutabile. Essere liberi è vivere nella precarietà. Vivere nella consapevolezza che non dobbiamo sentirci arrivati. Che dobbiamo sempre superare noi stessi ed i nostri limiti.

Ed è proprio in questo che si corre il rischio di cadere nell'eccesso opposto. Dall'assolutismo al relativismo, l'essere schiavi dell'idea di libertà assoluta.
Il che spesso si traduce nel mascherare, nel dare un nome diverso ad altre schiavitù meno "nobili" delle ideologie, come il potere, il successo, il denaro.

E' davvero un circolo vizioso.

O sembra, o siamo portati a credere che lo sia. Perchè la libertà è un peso enorme da sopportare. O, per contro, di una leggerezza insostenibile.

Ma affermare che ciò che sappiamo oggi non è una verità "pesante", consistente, un'ancora di salvezza, che potrebbe, invece, essere effimera e fugace (probabilmente lo è), può anche essere molto positivo. E' ci ripete sempre "Tu sei molto di più di ciò che sei diventato". Non accontentiamoci di ciò che abbiamo. Non accontentiamoci di ciò che non ci convince. Non accontentiamoci. Continuiamo a cercare.

E ancora. Essere consapevoli che potremmo (probabilmente sarà così) non arrivare ad un successo, ad una verità accettabile, sebbene parziale, potrebbe indurci a non incamminarci nemmeno. Ma non arrivare alla meta non equivale a dire che la meta non esiste. E' sciocco credere che ciò che non vediamo non esista. Quante cose abbiamo scoperto nell'ultimo secolo? E chi se lo sarebbe aspettato? Esistono anche le cose che non siamo ancora in grado di vedere. Perchè non potrebbe esistere la verità di cui sentiamo tanto il desiderio?

E allora mettiamoci in cammino. E non accontentiamoci di ciò che abbiamo. E seguiamo la nostra stella. E offiamo i nostri doni migliori, l'oro, l'incenso e la mirra della nostra vita. Come i Magi. Forse, come i Magi, troveremo la Verità. Quella Verità che non smette di farsi sentire: "Ricordati chi sei, tu sei molto di più di ciò che sei diventato". Perchè la Verità non farà che questo: "La Verità vi renderà liberi".

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