Monday, September 05, 2005

Economia di mercato

La concorrenza ci salva da una rovina certa, dal rischio di dover trascorrere il resto della nostra vita dormendo sotto un ponte... Me ne sono convianta oggi, quando, per la prima volta dopo una settimana, ho potuto far colazione al bar dell'Uni, che ha riaperto, e non in quello dell'ospedale... Ed ho risparmiato i primi 40 centesimi (che sono più delle vecchie cinquecento lire!!!) della giornata...

Ma perchè un cappuccino devono farlo pagare 1 euro e 10 cents (!!!) solo perchè o lo prendi nell'unico bar aperto o ti accontenti del liofilizzato degli automatici?

Allora, evviva il libero mercato, la concorrenza e la libertà di impresa...
E provate a sostenere il contrario!!

3 Comments:

Blogger pieffe said...

Innanzi tutto mi spiace che in questo blog non si possano lasciare commenti se non registrandosi e, dal momento che non mi va di farlo, sono dovuto ricorrere all'aggancio del signor Fibonacci... forse, potendo modificare la cosa, gli interventi sarebbero più liberi e numerosi, questione di gusti.

"Allora, evviva il libero mercato, la concorrenza e la libertà di impresa...
E provate a sostenere il contrario!!"

Beh, certo: se per dare un giudizio del genere sul libero mercato ci si basa sui 40 cent in più del cappuccino, forse qualche critica si potrebbe sollevare; forse perchè, in questo modo, si ragiona in maniera perfettamente conforme a quanto ci propone (per non dire impone) di vedere chi dal "libero" mercato trae ben altri vantaggi che i 40 cent del cappuccino. È un peccato, invece, dover poi andare a scoprire che in fondo "libero mercato, concorrenza e libertà di impresa" non sono poi così liberi e concorrenziali lassù dove contano più i miliardi (di euro) che i centesimi, che siamo usati e presi per i fondelli da un manipolo di criminali ben vestiti intenti a controllare il loro manipolo di società di monopolio, più che libertà di impresa; è un peccato che la concorrenza, là dove forse potrebbe far del bene, non c'è, perchè non conviene poi tanto; è un peccato che i metodi usati per continuare a far arrancare questo ormai assurdo capitalismo, che molto spesso sopravvive su debiti e azioni fasulle più che sui capitali reali, stiano sconquassando, oggi più di ieri, intere culture e società (non lamentiamoci dei cinesi, è concorrenza, no?); senza dover contare alla rovescia i giorni che restano al pianeta prima che collassi sotto il folle squilibrio ambientale che si sta attuando, tutto in nome dello "sviluppo": sviluppo di che? Umano, forse? Non credo proprio.
Questo discorso si è spinto troppo oltre, certo, è ovvio che in poche righe non si possa essere esaurienti su argomenti del genere: non ci vorrà molto a prendere punto per punto e allargare la visione per mettere a fuoco tutto ciò che può anche finire in contraddizione; ma non me ne preoccupo, questa è l'anima del dialogo, se dialogo si voglia aprire. Più che altro, desideravo dare uno spunto per "provare a sostenere il contrario", e per provare a mostrare che ogni tanto può essere utile guardare oltre al nostro orticello, mettere un po' da parte un certo orgoglio piuttosto ridicolo verso "i nostri valori" e capire questa nostra "identità" su cosa metta radici; ci provo, non è detto che sia corretto come lo faccia; ma, perlopiù, mi sembra che ridurci ad accettare come dogma un certo "american way of life", a mio giudizio l'interpretazione più turpe di esso, come pare andare oggi per la maggiore, sia svilente sotto tutti i punti di vista. Di nuovo, troppo oltre.
Per concludere, d'accordo con te, non ho dubbi: se trovo un pub che mi fa pagare la birra 40 cent in meno di un'altro, sceglierò il primo, ovvio; sempre che nel secondo non ci sia del personale particolarmente affabile e simpatico, con cui si possa trascorrere meglio una serata.

Giacomo Vittone

10:10 PM  
Blogger pieffe said...

Ah, giacomino mi fa aggiungere anche questo:

Certo che la frase d'apertura però si poteva proprio risparmiare... o almeno chiedere prima cosa ne pensava il soggetto in causa, qualcuno che sotto i ponti ci sta davvero: meno male che c'è la concorrenza, prima o poi lo salverà lei, con la sua delicata mano. Curioso, però, l'effetto straniante è raggiunto perfettamente.

CIAO!

10:11 PM  
Blogger raraavis said...

Grazie Giacomo!

Una delle cose che amo fare è dialogare, discutere, soprattutto quando il mio interlocutore ha una posizione diversa dalla mia... C'è tanto da imparare, di solito.

Grazie anche perchè il dialogo può nascere anche, tu me lo dimostri, dal commento ad un post volutamente banalizzante, su un argomento tutt'altro che banale.

Spero riusciremo a superare i problemi di connessione.

Anche perchè spero che di poter dedicare ancora molti posts sull'argomento e che tu non vorrai far mancare il tuo apporto.

Quindi grazie.

A presto.

Cristina.

P.S.: grazie anche al Pietro, che ha permesso l'aggancio. E' vero, mea CULPA, ho esagerato. Non avrei dovuto usare tanta leggerezza. Ma la mia considerazione deriva, fondamentalmete, dalla sensazione di essere infinitamente ed ingiustamente più fortunata di chi dorme sotto un ponte...

2:07 PM  

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