Amore e sacrificio
Ho spesso pensato che l'umiltà fosse segno di una grande capacità di amare.
La rinuncia al proprio orgoglio, la negazione di sè -credevo- aprissero il cuore all'amore.
In realtà, l'umiliazione umana può suscitare diversi sentimenti, molta ammirazione o, addirittura, desiderio di emulazione.
Ma questo può non essere un segno d'amore, un bene.
Perchè non necessariamente cambia la vita radicalmente, come, al contrario, fa l'amore. Anzi, a volte un atto di umiltà rischia di rimanere un gesto sporadico e molto esteriore.
Per di più, dietro ad esso si può celare un'ambiguità di fondo, un significato più sottile, forse perverso (anche se il termine è un po' forte).
L'umiltà può diventare un mezzo di autocompiacimento.
Mi spiego.
Spesso è solo il nostro ego che si umilia, che vuole umiliarsi, con un gusto un po' masochistico. Siamo noi a rimanere al centro del mondo, compiaciuti della nostra capacità di abnegazione, di rinunciare a quanto meritedremmo per il nostro grande valore, ma che, umilmente, non pretendiamo. Sentiamo di abbassarci ad un livello inferiore a quello che potremmo occupare. Sentiamo di essere buoni. E sappiamo di essere ammirati per questo.
A questo tipo di umiltà non corrisponde nessun amore per gli altri, ma solo amore di sè.
L'amore non è nulla di tutto questo.
Se amiamo, non siamo noi ad abbassarci verso chi sta "sotto" di noi. Al contrario, amare significa riconoscere che la dignità umana va innalzata, valorizzata, non negata.
Il messaggio è ben diverso dal precedente: valiamo così tanto, siamo così preziosi, meritiamo tanta stima, che non dobbiamo abbassarci, ma desiderare ed agire in modo che tutti divengano consapevoli del grande, altissimo valore che ogni esistenza porta con sè.
E quello che ti viene da pensare, quando impari ad amare, è "Caspita, non sono poi così limitato come immagianvo. C'è qualcuno che scommette la propria vita su di me. Che riconosce il mio valore. Che mi dice che se voglio qualcosa ho i mezzi per raggiungerlo. Posso fare grandi cose".
E la seconda volta che ti viene da fare è gridare a tutti quello che hai scoperto. E' dimostrare a chi ti sta intorno quanto valga una vita.
E' questo che ti cambia la vita, perchè non si può fare a meno di agire. E di voler bene alle persone eccezionali che ti circondano. Guardandole e vedendo il loro valore. Senza volere nulla in cambio. Perchè si possiede già tutto.
Una cosa sola può rattristare un po'. Che gli altri non vogliano lasciarsi sconvolgere da questo messaggio. Che restino indifferenti.
La volontà di non essere amati, purtroppo, va rispettata. Ma è un braccio di ferro che prima o poi finisce. Ed è molto difficile che accada perchè colui che ama desiste. Si stanca per primo chi fugge. Perchè nessuno desidera di vivere senza amore.
La rinuncia al proprio orgoglio, la negazione di sè -credevo- aprissero il cuore all'amore.
In realtà, l'umiliazione umana può suscitare diversi sentimenti, molta ammirazione o, addirittura, desiderio di emulazione.
Ma questo può non essere un segno d'amore, un bene.
Perchè non necessariamente cambia la vita radicalmente, come, al contrario, fa l'amore. Anzi, a volte un atto di umiltà rischia di rimanere un gesto sporadico e molto esteriore.
Per di più, dietro ad esso si può celare un'ambiguità di fondo, un significato più sottile, forse perverso (anche se il termine è un po' forte).
L'umiltà può diventare un mezzo di autocompiacimento.
Mi spiego.
Spesso è solo il nostro ego che si umilia, che vuole umiliarsi, con un gusto un po' masochistico. Siamo noi a rimanere al centro del mondo, compiaciuti della nostra capacità di abnegazione, di rinunciare a quanto meritedremmo per il nostro grande valore, ma che, umilmente, non pretendiamo. Sentiamo di abbassarci ad un livello inferiore a quello che potremmo occupare. Sentiamo di essere buoni. E sappiamo di essere ammirati per questo.
A questo tipo di umiltà non corrisponde nessun amore per gli altri, ma solo amore di sè.
L'amore non è nulla di tutto questo.
Se amiamo, non siamo noi ad abbassarci verso chi sta "sotto" di noi. Al contrario, amare significa riconoscere che la dignità umana va innalzata, valorizzata, non negata.
Il messaggio è ben diverso dal precedente: valiamo così tanto, siamo così preziosi, meritiamo tanta stima, che non dobbiamo abbassarci, ma desiderare ed agire in modo che tutti divengano consapevoli del grande, altissimo valore che ogni esistenza porta con sè.
E quello che ti viene da pensare, quando impari ad amare, è "Caspita, non sono poi così limitato come immagianvo. C'è qualcuno che scommette la propria vita su di me. Che riconosce il mio valore. Che mi dice che se voglio qualcosa ho i mezzi per raggiungerlo. Posso fare grandi cose".
E la seconda volta che ti viene da fare è gridare a tutti quello che hai scoperto. E' dimostrare a chi ti sta intorno quanto valga una vita.
E' questo che ti cambia la vita, perchè non si può fare a meno di agire. E di voler bene alle persone eccezionali che ti circondano. Guardandole e vedendo il loro valore. Senza volere nulla in cambio. Perchè si possiede già tutto.
Una cosa sola può rattristare un po'. Che gli altri non vogliano lasciarsi sconvolgere da questo messaggio. Che restino indifferenti.
La volontà di non essere amati, purtroppo, va rispettata. Ma è un braccio di ferro che prima o poi finisce. Ed è molto difficile che accada perchè colui che ama desiste. Si stanca per primo chi fugge. Perchè nessuno desidera di vivere senza amore.
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