Tuesday, August 02, 2005

Popoli italiani

Vorrei poter essere un po' sarcastica e un po' caustica come al solito. Ma questa volta proprio non ci riesco.

Non lascerò spazio all'ironia, ma solo a tanta amarezza.

L'unica cosa che mi consola è che i nostri soldati impegnati in Iraq hanno ben altro cui pensare.

E, spero, le parole di Prodi arriveranno loro ovattate ed affievolite. Che, in qualche modo, passeranno quasi inosservate.

Perchè, se fossi uno dei militari italiani impegnati in missione all'estero, per me sarebbe terribile che qualcuno che, tutto sommato, in Italia ha un certo peso politico, "remasse contro". Contro me, che ogni giorno rischio la vita lontano da casa, contro il mio lavoro, che non ho mai pensato violare la libertà di chi sto cercando di aiutare.
Contro chi è italiano come lui, italiano come i suoi elettori, come tutto il popolo che il Professor Romano Prodi vorrebbe rappresentare nella prossima legislatura.

Sono convinta di una cosa: non possiamo piangere i carabinieri italiani morti a Nassyria, i militari, nostri compatrioti, che hanno perso la vita all'estero e, alla prima occasione, per populismo e per incolmabile sete di consenso, per opposizione al centrodestra, per antiamericanismo viscerale, non dimostrare la solidarietà, l'appoggio, la fiducia che dovrebbe essere dovuta al nostro esercito, che rappresenta l'Italia tra altri popoli.

Si dovrebbe ricordare, il Professor Romano Prodi, di essere anche lui figlio di un "truppe di occupazione" statunitensi, del Patto Atlantico, del piano Marshall.
Anche se alla sua campagna elettorale non farebbe comodo.

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