Ricorrenze, segni, empatia...
Mi affascina da sempre la possibilità di credere nei segni.
Sono un pretesto eccellente per stare attenta, osservare quel che mi circonda, tentare di interpretarlo.
In certe occasioni, poi, i segni sono talmente insistenti che non possono passare inosservati.
Questo è uno di quei periodi particolarmente pregi.
Da un po' di tempo ci sono almeno tre cose che, di tanto in tanto, mi perseguitano.
1) La prima è una parola: SERENDIPITY.
E' un termine che ho usato spesso quest'anno.
Forse perchè un chiaro esempio di serendipità è la scoperta della penicillina, che, per un futuro medico, non sono bazzecole.
Poi, ieri mattina, sfogliando il giornale, ho buttato l'occhio sui programmi TV per la serata. Tanto per vedere se, con l'autunno che comincia a farsi strada, le proposte migliorano. Leggo che su raiuno, alle 21,00, danno un film intitolato "Serendipity" e mi ricordo di aver già sentito questo titolo, di ricordare un po' la trama. Insomma, mi è venuta voglia di vederlo.
Niente di che. Una storia un po' romantica, un po' melliflua, stravagante ed assurda nonostante il ritmo sia troppo lento per rendere davvero un effetto dirompente.
Fantastica ambientazione, New York è sempre un bello sfondo per una storia d'amore. Bella colonna sonora. Ottime le ultime due scene.
Tutto sommato, un film mediocre, può darti molti spunti. Che ti fanno ricordare, rimarcare particolari della tua vita che sono passati inosservati. Giusto per rimanere in tema di segni che rimandano ad altri segni, almeno due frasi degne di nota.
Prima citazione. "Serendipity ha il suono giusto per quello che vuol dire". Proprio l'unica cosa che ritengo di poter dire per definire questa parola. Una frase che userò d'ora in avanti, se dovessi scrivere, per caso, in un commento, qualcosa sulla serendipià.
Seconda citazione. "Il Padrino parte seconda, ottimo film. Ma per quanto a uno possa piacere Il Padrino parte seconda, per capirlo devi vedere il Padrino parte prima". Sì, "Il Padrino", un film che merita davvero di essere visto e rivisto.
2) Appunto, la seconda cosa che mi perseguita in questo periodo è proprio questo film epocale, "Il Padrino". E' un po' scandaloso che io, in vent'anni, non l'abbia mai visto. Urge rimediare.
Ma il più incredibile, il più piacevole segno che mi "perseguita" in questo ultimo periodo è
3)la sensazione, molto forte, di essere in assoluta empatia con qualcuno.
Quel sentire di essere sulla stessa lunghezza d'onda, in ARMONIA, in un certo senso.
Esattamente quell' "idem velle" che affascinava tanto i latini.
Perchè non è certo comune imbattersi due volte in un giorno nella "serendipità", in due contesti completamente diversi.
Anzi, semplicemente, non è comune scoprire di non essere la sola ad avere in testa quesa parola.
E, ancora, è estremamente raro che, per associazione di idee, ci si trovi a non essere l'unica a collegare il termine con un libro.
Segni che rimandano segni.
Tutto mi ha fatto ricordare un romanzo che parla di segni. Un libro carino, non eccellente, ma che fa sempre piacere rileggere. Non tanto per la storia, la prosa, non è letteratura di alto livello, ma per il "sapore che ti rimane dopo averlo letto"...Quel sapore che, a ricordarlo, mi fa sorridere...
...e che mi spinge a credere davvero nei segni.
Sono un pretesto eccellente per stare attenta, osservare quel che mi circonda, tentare di interpretarlo.
In certe occasioni, poi, i segni sono talmente insistenti che non possono passare inosservati.
Questo è uno di quei periodi particolarmente pregi.
Da un po' di tempo ci sono almeno tre cose che, di tanto in tanto, mi perseguitano.
1) La prima è una parola: SERENDIPITY.
E' un termine che ho usato spesso quest'anno.
Forse perchè un chiaro esempio di serendipità è la scoperta della penicillina, che, per un futuro medico, non sono bazzecole.
Poi, ieri mattina, sfogliando il giornale, ho buttato l'occhio sui programmi TV per la serata. Tanto per vedere se, con l'autunno che comincia a farsi strada, le proposte migliorano. Leggo che su raiuno, alle 21,00, danno un film intitolato "Serendipity" e mi ricordo di aver già sentito questo titolo, di ricordare un po' la trama. Insomma, mi è venuta voglia di vederlo.
Niente di che. Una storia un po' romantica, un po' melliflua, stravagante ed assurda nonostante il ritmo sia troppo lento per rendere davvero un effetto dirompente.
Fantastica ambientazione, New York è sempre un bello sfondo per una storia d'amore. Bella colonna sonora. Ottime le ultime due scene.
Tutto sommato, un film mediocre, può darti molti spunti. Che ti fanno ricordare, rimarcare particolari della tua vita che sono passati inosservati. Giusto per rimanere in tema di segni che rimandano ad altri segni, almeno due frasi degne di nota.
Prima citazione. "Serendipity ha il suono giusto per quello che vuol dire". Proprio l'unica cosa che ritengo di poter dire per definire questa parola. Una frase che userò d'ora in avanti, se dovessi scrivere, per caso, in un commento, qualcosa sulla serendipià.
Seconda citazione. "Il Padrino parte seconda, ottimo film. Ma per quanto a uno possa piacere Il Padrino parte seconda, per capirlo devi vedere il Padrino parte prima". Sì, "Il Padrino", un film che merita davvero di essere visto e rivisto.
2) Appunto, la seconda cosa che mi perseguita in questo periodo è proprio questo film epocale, "Il Padrino". E' un po' scandaloso che io, in vent'anni, non l'abbia mai visto. Urge rimediare.
Ma il più incredibile, il più piacevole segno che mi "perseguita" in questo ultimo periodo è
3)la sensazione, molto forte, di essere in assoluta empatia con qualcuno.
Quel sentire di essere sulla stessa lunghezza d'onda, in ARMONIA, in un certo senso.
Esattamente quell' "idem velle" che affascinava tanto i latini.
Perchè non è certo comune imbattersi due volte in un giorno nella "serendipità", in due contesti completamente diversi.
Anzi, semplicemente, non è comune scoprire di non essere la sola ad avere in testa quesa parola.
E, ancora, è estremamente raro che, per associazione di idee, ci si trovi a non essere l'unica a collegare il termine con un libro.
Segni che rimandano segni.
Tutto mi ha fatto ricordare un romanzo che parla di segni. Un libro carino, non eccellente, ma che fa sempre piacere rileggere. Non tanto per la storia, la prosa, non è letteratura di alto livello, ma per il "sapore che ti rimane dopo averlo letto"...Quel sapore che, a ricordarlo, mi fa sorridere...
...e che mi spinge a credere davvero nei segni.
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