Thursday, September 27, 2007
Friday, September 21, 2007
Wednesday, September 19, 2007
Saturday, September 08, 2007
Macché chimera, questa sembra una vera bufala
La notizia è di quelle che fanno sgranare gli occhi. Ci viene spiegato come, in Inghilterra, sia stata concessa l'autorizzazione a produrre embrioni chimerici uomo/animale, da cui estrarre cellule staminali per studiare e curare numerose malattie terribili. Poiché il telefono ha suonato ininterrottamente con richieste d'interviste sul tema, ho deciso di visionare direttamente il testo della decisione dell'HFEA... trasecolando.
Non solo la decisione non riguarda le chimere di cui sopra, ma l'HFEA non ha autorizzato alcuna procedura. La perfida Albione colpisce ancora, con un comunicato che è un gioiello d'equilibrismo semantico, tra il decidere ed il procrastinare.
Al sodo: dopo una lunga prolusione che spiega come, nel ponderoso processo di valutazione, tutti abbiano potuto dire la loro, l'HFEA comunica di avere stabilito che non esistono motivi fondamentali per impedire questo tipo di ricerca, salvo specificare subito dopo che questo non equivale ad un «totale semaforo verde».
In essenza e senza storture, il comunicato continua dicendo che HFEA spera di poter decidere se autorizzare o meno l'avvio dei due progetti sottoposti entro novembre.
Nessuna decisione. Nel migliore dei casi è un mezzo passo in avanti. C'è da capirli. Si tratta di un argomento spinosissimo, con reazioni persino ataviche. Un essere (embrione), fatto in parte da frammenti umani (le cellule, i mattoni che, in miliardi, formano i nostri organi) ed in parte da cellule di mucca? Alzi la mano chi non prova un senso di repulsione o disagio.
Ma, come se non bastasse, ecco la seconda sorpresa. HFEA dice che la ricerca su chimere uomo/animale non viene proprio presa in considerazione, nemmeno dagli scienziati! Quindi, se non stiamo discutendo di (non)decisioni che riguardano la produzione di chimere di cosa parliamo? Parliamo di qualcosa di profondamente diverso. HFEA esclude studi su organismi che contengono contemporaneamente cellule umane ed animali - le chimere appunto - ma deve decidere sulla clonazione umana, fatta partendo da cellule uovo d'animale.
Si tratta di una clonazione ibrida, in cui si prende una cellula uovo animale e si sostituisce il suo nucleo e patrimonio genetico con quello preso da una cellula umana. Il risultato è una cellula né umana né animale, un ibrido. Se sopravvive, questa genera un embrione clonato, anche lui fatto delle stesse cellule ibride, composte di parti animali ed umane allo stesso tempo.
Ahimé, alcune di queste parti sono responsabili della produzione dell'energia con cui le cellule si alimentano e sopravvivono. Morale, la cellula ibrida ha un «pilota» umano che, abituato a guidare una centrale energetica umana, deve gestirne una d'origine animale, con cui deve comunicare ma non può, poiché quest'ultima parla un linguaggio biologico diverso, quello animale appunto.
Mentre questo vi chiarisce immediatamente come sia veramente difficile pensare di utilizzare un'entità biologica così aberrante per eventuali trapianti cellulari, vi è un ultimo ma importante dettaglio.
Ci viene proposto che queste cellule ibride (denominate «cibridi») verranno utilizzate «per studiare lo sviluppo di malattie neurologiche come Parkinson, Alzheimer ed atrofia muscolare».
Bene, un fenomeno fondamentale nello sviluppo di queste specifiche malattie è proprio l'alterazione dell'attività delle centrali energetiche nelle cellule dei pazienti. E per capirle ci dovremmo mettere a studiare cellule in cui tali centrali non solo provengono da altra specie animale ma sono incapaci di parlare con il loro «pilota genetico» umano?
La valenza delle cellule ibride uomo/animale per questi studi è a dire poco questionabile. Ma è anche l'unica giustificazione fin qui addotta per supportare la richiesta a procedere con la creazione di cellule ibride, parte uomo, parte animale.
Nel frattempo, siamo tutti qui a discuterne, grande risalto sulla stampa mondiale, riapertura dei dibattiti su embrioni, clonazione, trapianti. Ho appena rilasciato un’intervista televisiva sull'argomento. Ancora una volta mi è arrivata, piccata, ritrita ed infondata, la domanda: ma per i malati di Parkinson, Alzheimer, sclerosi multipla questa non è l'unica strada per la terapia? Ed ho capito che forse un motivo per tutto questo polverone in fondo c'è e non ha nulla a che fare con la scienza ed i malati, ma con ben altri interessi, anche economici.
Ma la risposta a quella domanda resta la seguente. La sperimentazione per le malattie neurodegenerative è già possibile e le cellule sono già disponibili. Mancano solo i soldi... ma anche la solidarietà, l'umanità ed il pudore.
Angelo Vescovi