Si tratta di una clonazione ibrida, in cui si prende una cellula uovo animale e si sostituisce il suo nucleo e patrimonio genetico con quello preso da una cellula umana. Il risultato è una cellula né umana né animale, un ibrido. Se sopravvive, questa genera un embrione clonato, anche lui fatto delle stesse cellule ibride, composte di parti animali ed umane allo stesso tempo.
Ahimé, alcune di queste parti sono responsabili della produzione dell'energia con cui le cellule si alimentano e sopravvivono. Morale, la cellula ibrida ha un «pilota» umano che, abituato a guidare una centrale energetica umana, deve gestirne una d'origine animale, con cui deve comunicare ma non può, poiché quest'ultima parla un linguaggio biologico diverso, quello animale appunto.
Mentre questo vi chiarisce immediatamente come sia veramente difficile pensare di utilizzare un'entità biologica così aberrante per eventuali trapianti cellulari, vi è un ultimo ma importante dettaglio.
Ci viene proposto che queste cellule ibride (denominate «cibridi») verranno utilizzate «per studiare lo sviluppo di malattie neurologiche come Parkinson, Alzheimer ed atrofia muscolare».
Bene, un fenomeno fondamentale nello sviluppo di queste specifiche malattie è proprio l'alterazione dell'attività delle centrali energetiche nelle cellule dei pazienti. E per capirle ci dovremmo mettere a studiare cellule in cui tali centrali non solo provengono da altra specie animale ma sono incapaci di parlare con il loro «pilota genetico» umano?
La valenza delle cellule ibride uomo/animale per questi studi è a dire poco questionabile. Ma è anche l'unica giustificazione fin qui addotta per supportare la richiesta a procedere con la creazione di cellule ibride, parte uomo, parte animale.
Nel frattempo, siamo tutti qui a discuterne, grande risalto sulla stampa mondiale, riapertura dei dibattiti su embrioni, clonazione, trapianti. Ho appena rilasciato un’intervista televisiva sull'argomento. Ancora una volta mi è arrivata, piccata, ritrita ed infondata, la domanda: ma per i malati di Parkinson, Alzheimer, sclerosi multipla questa non è l'unica strada per la terapia? Ed ho capito che forse un motivo per tutto questo polverone in fondo c'è e non ha nulla a che fare con la scienza ed i malati, ma con ben altri interessi, anche economici.
Ma la risposta a quella domanda resta la seguente. La sperimentazione per le malattie neurodegenerative è già possibile e le cellule sono già disponibili. Mancano solo i soldi... ma anche la solidarietà, l'umanità ed il pudore.
Angelo Vescovi