Sunday, July 31, 2005

Ma quando arrivano le ragazze?

Premetto che la mia cultura cinematografica è praticamente pari a zero. Il che non è davvero una cosa di cui andare fieri. Ma, cosa volete, guardare film non è proprio la mia passione, forse perchè mi fa sentire un po' "osservatrice passiva"...

Tant'è, oggi per la prima volta ho visto un film di Pupi Avati.

Sinceramente, non avevo aspettative. Meno male. Se avessi sperato in una narrazione originale, in una trama imprevedibile ma mai chiassosa, chiaroscuri psicologici e tutte quelle cose che rendono un film, a mio giudizio, interessante, sarei rimasta delusa. Molti personaggi stereotipati, caricature e luoghi comuni si sprecano.

A parte questo, un film da vedere. Almeno per due ragioni.

Primo, perchè fa bene ricordarsi che, a volte, nella vita, può accadere di vedere una stella cometa avvicinarsi da lontano, fino ad essere così vicina da farci illudere di poterla toccare. Illudere, sì, perchè poi, immancabilmente, la cometa ci sfugge... Insomma, la morale è che è meglio essere una cometa, che starla a guardare.

Secondo, perchè le musiche sono spettacolari... piano, tromba, sax, contrabbasso e jazz di buona qualità... da sogno... Ma l'effetto che mi fa la buona musica ormai lo dovreste conoscere.

Buona visione.

Saturday, July 30, 2005

Pubblicità 3/3

"Un bel gioco dura poco".
E così siamo giunti alla conclusione di questa kermesse dedicata alla "pubblicità regresso".

Devo dire che, già dal momento in cui ho concepito la malsana idea che mi ha portato a scrivere di un argomento così infimo, la meta era ben chiara all'orizzonte.

Ed è con un pizzico d'orgoglio che vado ora ad annoverare permanentemente nel mio blog il vincitore assoluto ed indiscusso, quello che rimarrà nella storia come lo spot più tresh, più ripugnante, più... (mi contengo) dell'estate 2005.

L'avete mai vista la "saga" per promuovere il nuovo servizio "892-892"?

E' vero, al peggio non c'è limite, sappiatemi dire se avete trovato qualcosa che lo superi.

O se, magari, qualcuno trova lo spot carino, divertente o, addirittura, proprio azzeccato. In fondo mi piacciono un sacco i pareri diversi.

Effetto collaterale

"Il terrorismo non deve cambiare il nostro modo di vivere". E' una presa di posizione forte, un'affermazione categorica con una grande carica emotiva, di cui tutti abbiamo bisogno quando ci sentiamo insicuri e vulnerabili.
D'altra parte, come ogni affermazione categorica, risulta difficile da applicare ai singoli casi particolari, che richiedono molta più pragmaticità. Mi spiego.

Il terrorismo è uno dei crimini più vergognosi che possano esistere, perchè trae origine da una concezione abberrante della realtà. Nasce e cresce nella menzogna, si nutre di un odio gretto ed incondizionato, agisce subdolamente. Per questo, qualsiasi atto terroristico deve necessariamente essere condannato; senza possibilità di appello. Non esistono, a mio parere, attenuanti.

Da questo punto di vista "il terrorismo non deve cambiare il nostro modo di vivere". Non possiamo scendere a patti con degli assassini, non possiamo renderci complici dei loro delitti. Questa è un'esigenza imprescindibile. Ma c'è un rischio.

Che un'affermazione categorica diventi un pretesto per ignorare un'evidenza scomoda: dall'11 settembre non possiamo, non posso continuare a credere ingenuamente che i valori su cui si fonda il mio, il nostro modo di vivere siano inattaccabili ed invulnerabili. Anche se sarebbe "rassicurante" crederlo. Essere convinti che gli obiettivi del terrorismo siano precisi punti nevralgici dell'economia capitalista, della religione cristiana o giudaica, della democrazia e del liberalismo occidentali. E' molto più scomodo convincersi che gli obiettivi dei terroristi siano tanto il Presidente degli USA, quanto uno studente pacifista e "no global", un operaio padre di famiglia, un musulmano praticante, quanto io stessa, quanto tutti noi. Senza distinzioni.

Certo: "il terrorismo non deve cambiare il nostro modo di vivere", anzi, deve farcene recuperare l'essenza. Perchè in una società come la nostra, libera, tollerante e multietnica rischiamo, spesso, di dare per scontato "il nostro modo di vivere". Il terrorismo ci deve rendere consapevoli del contrario.

E' quando ci sentiamo minacciati, quando il nostro "modo di vivere" viene messo in discussione, che siamo forzati a decidere che cosa, nella nostra vita, sia superfluo, o quantomeno non necessario, e che cosa sia irrinunciabile. Dobbiamo scegliere a che cosa, a quanto siamo disposti a rinunciare per tutelare beni più grandi, e, invece, ciò di cui non potremmo mai fare a meno, ciò che è necessario alle nostre esistenze. Dobbiamo riscoprire ciò che sappiamo rendere la vita degna di essere vissuta, che sappiamo essere indispensabile per sentirci Uomini e dobbiamo imparare di nuovo ad amarlo e a difenderlo. Non solo per noi stessi o per i nostri cari, ma per ogni persona, anche la più lontana e dimenticata.

Riscoprire ciò che rende Vita la vita. I terroristi potrebbero, loro malgrado, aver ignorato questo potente effetto collaterale.

Friday, July 29, 2005

Pubblicità 2/3

Tra le molteplici forme di "pubblicità regresso", non posso non annoverare quelle appartenenti alla corrente "etico-filosofica".
In altre parole, tutti quegli spot che non si limitano ad esaltare le proprietà del prodotto pubblicizzato, ma si premurano di svelarne tutti i significati più reconditi e gli alti valori di cui lo stesso è portatore.

Dopo lunghe e sofferte riflessioni, sono giunta alla meditata decisione di conferire un primo posto ex aequo a (in ordine alfabetico):

Acqua Vera (che "non è solo acqua", ma allora che cos'è?)
Acqua Panna (se la vita non vi sorride, bevetene un sorso)
Mulino Bianco (per la serie, quando una merendina può cambiare la vita)
Hai Visto (per averci rivelato che il "sorriso di tuo figlio"
e "Gwineth Paltrow" sono esattamente equiparabili)

Thursday, July 28, 2005

Pubblicità 1/3

Neppure una disaffezionata del tubo catodico come me può ignorare un fenomeno meditico tanto dirompente e disgustoso quanto quello delle "pubblicità regresso".

Ho deciso di dedicare n° 3 posts (poniamo un limite all'indecenza) ad una breve Hit Parade dei peggiori 30" che potreste essere costretti a trascorrere prima del TG.

1. Pubblicità TIM.

Abberrante accoppiata De Sica (Christian purtroppo!)- Adriana Lima.
Lui troppo indisponente, lei troppo bella per esserlo altrettanto.
Il tutto completato da dialoghi tanto assurdi da far passare in secondo piano l'oggetto stesso dello spot.
Da Diego a Christian, ovvero dalla padella alla brace.

2. Spot SIMMENTAL.

Dal neosposo-casalingo tuttofare(?!) alla baby sitter emula di Mary Poppins(?!?!), se la gente crede davvero che la carne in scatola possa rendere felici, capisco il perchè di molti naufragi familiari.

L'Ira depone le armi

...Il leader del movimento nazionalista Sinn Fein, Gerry Adams, ha annunciato anche l'ora in cui i fedeli dell'Armata irlandese deporranno le armi, alle sedici di oggi.

"Ne vitam silentio transeant" seguirà passo passo l'evolvere della situazione.

Certe notti

Certe notti parti già con la voglia di fare tardi.

A me succede molto raramente (una, massimo due volte all'anno), ma se tutto fila liscio mi trovo alle 3 e 20 davanti al computer a raccontarvelo.

Se penso che solo un mese fa la sveglia sarebbe suonata tra un'ora e mezza!
Non amo molto fare le ore piccole, perchè credo profondamente nella validità dei ritmi circadiani.

Ma tant'è, a volte c'è bisogno di spegnere e resettare il sistema.

E siccome è passata l'ora dell'abbiocco, penso che me ne andrò a letto a leggere qualche pagina impegnata, cercando di far fruttare, una volta tanto, una notte, che ormai è una mattina... Tanto dicono che il sonno di recupero è una invenzione dei proprietari delle discoteche.

Buon risveglio.

Prima arrampicata

Esattamente dodici ore fa stavo per intraprendere la mia prima salita in falesia.

Potrei descrivervi minuziosamente quest'esperienza, ma ciascuno ha, credo, il suo modo personale di sentire le cose sulla propria pelle.

Perciò se amate vedere il mondo dall'alto, "dove osano le aquile", se vi piacciono le sfide e se amate raggiungere i vostri limiti per superarli, se non vi spaventa la fatica, e se, come me, pensate che nella vita non bisogna sperimentare il più possibile, perchè non si sa mai, un giorno potrebbe servirti... Beh, provateci!

P.S.: un grazie ufficiale ad Andrea, per la grande pazienza nei miei confronti, per la sicurezza che non mi ha mai fatto mancare e senza la quale non ce l'avrei mai fatta, per la fiducia che ha riposto in me facendosi assicurare mentre saliva in prima.

Grazie!

Tuesday, July 26, 2005

Cavilli linguistici

"E' chiaro che non è una lotta tra civiltà ma di una vera lotta contro la moderazione e la democrazia."

E' lui l'unico che sa cogliere davvero le sottili sfumature dell'italico periodare.

Io non ci sto! (I)

Sguardi...

Una dei POCHI (soprattutto negli ultimi tempi) vantaggi della metro è che, lì sotto, se ne vedono proprio di tutti i colori (non solo in senso figuarto).

Un passatempo che trovo molto interessante, quando devo percorrere lunghi tragitti, è cercare una persona che paia sufficientemente stimolante e provare ad immaginare chi sia in realtà (soprattutto se ho dimanticato un libro da leggere, o in alternativa ad esso).

E' un esercizio che richiede una certa dose di attenzione ai particolari ed un po' di immaginazione ma vi assicuro che i risultati, a volte, sono davvero inaspettati.

Un esempio?

Ieri salgo al volo su un vagone semivuoto a Milano Lambrate, mi siedo, alzo gli occhi e vedo un ragazzo seduto di fronte a me, uno di quelli che, per un qualsiasi motivo (nel caso specifico una chitarra in una custodia nera), catturano l'attenzione.

Allora comincio ad osservare le mani. E' sempre la prima cosa che faccio. Le mani dicono sempre molto: lavoro, hobbies, passioni, stato civile... Non solo per il loro aspetto, ma anche per quello che, eventualmente, stanno afferrando, stringendo, per ciò che sono intente a fare.

Le mani del ragazzo di ieri tenevano una chitarra, in una custodia nera... Mani di un musicista...
Per l'ascendente che i musicisti esercitano sulla sottoscritta, questo non ha fatto altro che aumentare la mia curiosità. Da dove viene? Dove sta andando? Che cosa ha fatto prima di salire su quel vagone? Che cosa farà quando sarà sceso?

Cercando indizi per rispondere, passo a guardare scarpe e abbigliamento.
Direi nessuna audizione importante, considerando l'insieme.
Ma, ve l'ho detto, bisogna prestare attenzione ai particolari... Dunque, tipo casual, poco appariscente, ma non banale. Canoniche scarpe da ginnastica, sì, ma di un bel rosso acceso (ne indosso un paio anche io), colore amato da scrittori e cantautori. Jeans ancora più classici: blu, non larghi, non sdruciti, non slavati. Almeno di uno un po' fuori dal coro... E il pezzo forte era la maglietta, una polo, blu anche quella, con una scritta gialla, ma non vistosa, leggermente a sinistra, all'altezza del cuore: "Harvard University"... Sarà sua? O gliel'avranno regalata (io ne ho ricevuta una a Natale, da una raggazza americana che studia a Yale)... Perchè se è sua, se studia ad Harvard, a parte i meritati complimenti, che cosa ci fa un chitarrista americano a Milano? E che cosa studia olteoceano?

E dalla scritta sulla maglietta al viso il passo è breve... e quando incrocio due occhi scurissimi, incorniciati in un viso dai lineamenti forti, (forti, ma non duri), che mi stanno fissando penso: "Toh, mi sta osservando anche lui... Chissà che cosa pensa..." E allora, per non essere invadente, distoglo lo sguardo, per quanto? Cinque, sei secondi al massimo, anche se mi sembrano di più... E poi di nuovo, sguardi che si incrociano, e non so se essere più compiaciuta o imbarazzata... Per quante altre volte si ripete? Due o tre e poi...

Poi è meglio che sto attenta che è ora di scendere. Faccio un cenno alla mamma (meno male che c'era lei, non mi sarei mai addentrata nell'osservazione se fossi stata da sola, perchè non si sa mai...)...

"Peccato", penso mentre attraverso le porte scorrevoli. "Chissà come sarebbe andata se fossi rimasta fino al capolinea?"... E succede sempre così, si scoprono particolari affascinanti (o che ci sembrano tali?!), si comincia ad immaginare, a fantasicare, ad incrociare sguardi e poi è ora di scendere...

Ma il bello è anche questo: rimanere nell'incertzza, poter continuare ad immaginare e sapere che, probabilmente, non avrò mai l'occasione di essere smentita.

Monday, July 25, 2005

Let's start!

Dopo vari indugi e molti ripensamenti, ho deciso di buttarmi: da oggi avrò un blog tutto mio! Vedremo come va... L'importante è che non vi creiate troppe aspettative, perchè, ora come ora, io non posso assicurarvi nulla...