Tuesday, August 30, 2005

Avevo promesso...

Sì, avete ragione, vi avevo promesso che non avrei più riportato la cronistoria superdettagliata delle mie giornate in laboratorio... Ma quando si fa qualcosa che piace, non si riesce a tenerselo dentro!

Perciò scusate, ma se non scrivo qui ed ora rischio di esplodere...
Tanto più che il collegio dove sto è semideserto e non ha il collegamento ad Internet, che per ora ho i pomeriggi semiliberi (a parte un po' di materiale da studiacchiare) e questo fa si che il mio umore oscilli un po' come un pendolo (metafora cara a Schopenhauer).

Insomma, più penso a quello che sto facendo, più mi sento alla grande ed evito di ricordare che passerò le prossime diciotto ore un po' in solitaria...

A parte questo noioso, ma doveroso preambolo, oggi sono passata all'azione... beh, un azione non molto energica, a dire il vero, sono un po' (molto) impacciata. Darei la colpa all'inesperienza, ma non è solo questo...

Il fatto è che mi sto immergendo in un mondo completamente nuovo e grandioso, che ho sempre e solo conosciuto dai libri e che, per questo, posso affermare di non conoscere affatto.
Insomma, finchè una cosa non la provi, non sai com'è davvero... E penso che questo, da una parte, sia fantastico: perchè la tua immaginazione, le tue aspettative non tolgono nulla alle sorprese che ti capitano vivendo il tutto sulla tua pelle!
Ma implica, d'altra parte, che si debba correre necessariamente qualche rischio... Bisogna mettersi in gioco e azzardare un po'... sentirsi un po' imbranati, all'inizio, ma poi essere felici quando si impara, con fatica, e si riesce a fare qualche passo da soli...

Beh, stamattina di progressi ne ho fatti, anche se piccolini...

Ho diluito una soluzione tampone appena arrivata in lab.
Poi ho guardato le mie cellule, che, per il momento, senza vantarmi ecessivamente, stanno fin troppo bene... Sono cresciute tantissimo, quelle di mieloma erano circa 800.000 per mL (le ho contate io stessa) e ho dovuto dividerle per evitare che stiano male... Ho fatto le mie stupidate sotto la cappa a flusso... Anche le cose più elementari diventano complicate se non si è abituati a farle!

Ho visto due elettroforesi, una per separare Dna, l'altra per delle proteine. Ho imparato a visualizzare il primo gel con un fotomoltiplicatore laser, a quantificare l'intensità dell'immagine ecc...

Prima di pranzo ho riguardato le mie cellule, che ora sono molto più larghe e più "felici"... Se penso che quelle "cosine" che hanno una vita propria, che crescono e si riproducono, si nutrono, respirano e muoiono anche, causano tanto male alle persone... Mi vengono un po' i brividi... E' uno dei pensieri più affascinanti che io riesca ad immaginare...

Per oggi basta così.

Beh, ho tentato di smorzare un po' la "sterilità" delle descrizioni con qualche sentimentalismo. Spero ve ne siate accorti...

Tenterò di mantenere i contatti!

Monday, August 29, 2005

Prime volte

(oggi i computer del San Raffi sono di una lentezza snervante...)

Si è quasi concluso il mio primo giorno di laboratorio... Quasi, dico, perchè anche se non ho un granchè da fare, devo concedere un po' di tempo alla mia testolina per raccapezzarsi... Troppe novità tutte insieme logorano...

Oggi è stata, infatti, la mattinata delle "prime volte". Nell'ordine:

1. La prima volta dentro un laboratorio, seduta ad un bancone, con fogli e folgietti appiccicati qua e là, a ricordare (a chi se ne intende) arcane sostanze, con rispettive concentrazioni, per i terreni di cultura...
2. La prima volta che vedo come si separa il DNA grazie alla sua carica elettrica. Perchè quando si vede un'elettroforesi in fotografia non si ha neppure lontanamente l'idea di cosa ci sia dietro...
3. La prima volta che uso gli UV per vedere qualcosa. Nel caso specifico i risultati dell'elettroforesi...
4. La prima volta al microscopio, per vedere una linea cellulare... Anzi due: una di linfoma, chiamata sinteticamente Bcl-1, e una di mieloma, "non ricorso bene cosa 266"...
5. La prima volta che imparo a cambiare un terreno di cultura sotto una "cappa a flusso laminare" (ossia sterile), con pipette e puntali, liquidi che cambiano colore, soluzioni e tamponi e...
6. Probabilmente l'ultima volta che scrivo così minuziosamente il tutto, visto che se anche io sono elettrizzata, non è necessario che voi vi annoiate!

Ora torno agli articoli che devo leggere per domani...

A presto!

Sunday, August 28, 2005

The Globe


Per me, che amo molto il teatro, è un appuntamento imperdibile...
Università permettendo...

Posti da vedere

Posti da vedere

Poesia

COMMIATO

Gentile
Ettore Serra
poesia
è il mondo l'umanità
la propria vita
fioriti dalla parola
la limpida meraviglia
di un delirante fermento

Quando trovo
in questo mio silenzio
una parola
scavata è nella mia vita
come un abisso

Locvizza, il 2 ottobre 1916

Back to Milan

Da domani riprende la mia vita universitaria...

Beh, più precisamente sono a Milano per uno stage in laboratorio fino all'inizio di ottobre... E visto che sarò impegnata tra provette, vetrini, culture cellulari e cavie per la maggior parte del tempo (quite exciting!), penso che le trasmissioni su questo blog saranno ridotte al minimo... Purtroppo!...

Ma non disperate, nel weekend recupererò alla grande!

Perciò, come sempre, abbiate un po' di pazienza, che, come sapete, è la virtù dei forti!

A presto!

Da non perdere

Se in questi giorni, come la sottoscritta, vi capita di essere a Milano e di avere un po' di tempo...

Beh, secondo me vale la pena esserci!

Saturday, August 27, 2005

Arte

Posti da (ri)vedere

Thursday, August 25, 2005

Letteratura

Le anime hanno un loro particolar modo d'intendersi, d'entrare in intimità, fino a darsi del tu, mentre le nostre persone sono tuttavia impacciate nel commercio delle parole comuni, nella schiavitù delle esigenze sociali. Han bisogni lor proprii e loro proprie aspirazioni le anime, di cui il corpo non si dà per inteso, quando veda l'impossibilità di soddisfarli e di tradurle in atto. E ogni qualvolta due che comunichino fra loro così, con le anime soltanto, si trovano soli in qualche luogo, provano un turbamento angoscioso e quasi una repulsione violenta d'ogni minimo contatto materiale, una sofferenza che li allontana, e che cessa subito, non appena un terzo intervenga. Allora, passata l'angoscia, le due anime sollevate si ricercano e tornano a sorridersi da lontano.

Quante volte non ne feci l'esperienza con Adriana! Ma l'impaccio ch'ella provava era allora per me effetto del natural ritegno e della timidezza della sua indole, e il mio credevo derivasse dal rimorso che la finzione mi cagionava, la finzione del mio essere, continua, a cui ero obbligato, di fronte al candore e alla ingenuità di quella dolce e mite creatura.

La vedevo ormai con altri occhi. Ma non s'era ella veramente trasformata da un mese in qua? Non s'accendevano ora d'una più viva luce interiore i suoi sguardi fuggitivi? e i suoi sorrisi non accusavano ora men penoso lo sforzo che le costava quel suo fare da savia mammina, il quale a me da prima era apparso come un'ostentazione?

Sì, forse anch'ella istintivamente obbediva al bisogno mio stesso, al bisogno di farsi l'illusione d'una nuova vita, senza voler sapere né quale né come. Un desiderio vago, come un'aura dell'anima, aveva schiuso pian piano per lei, come per me, una finestra nell'avvenire, donde un raggio dal tepore inebriante veniva a noi, che non sapevamo intanto appressarci a quella finestra né per richiuderla né per vedere che cosa ci fosse di là.

[Luigi Pirandello, Il fu Mattia Pascal, capitolo XI]

Trasmissioni ordinarie

E' davvero difficile riprendere a scrivere dopo così tanta astinenza, soprattutto perchè non ho molto tempo e dalla prossima settimana ne avrò ancora meno...

Ho quindi deciso di inaugurare una sezione interamente dedicata alla raccolta di testi, canzoni, poesie che tengo lì, in un angolo della mia testolina ed ogni tanto saltano fuori... Una specie di hit parade di ciò che non mi stancherei mai di rileggere, rivedere o riascoltare...

Enjoy it!

Wednesday, August 24, 2005

Mirabilia II

"Così dice il Signore:

[...]

Perchè tu sei prezioso ai miei occhi,
perchè sei degno di stima e io ti amo,
do uomini al tuo posto
e nazioni in cambio della tua vita.
"

[Isaia, 43, 1-4]

Done!

Dunque, mi sembra di avervi dato una visione generale, anche se non completa, della GMG2005.

Penso che non aggiungerò molto altro, al massimo qualche post qua e là, ma devo dirvi sinceramente che tutto quello che non ho scritto, probabilmente, non lo scriverò. Un po' perchè non ne ho il tempo e la voglia, un po' perchè alcune cose mi sembrano troppo banali, mentre altre le sento così "mie" da non poterle scrivere neppure in queste pagine... Magari a qualcuno potrei dirle a voce... e forse lo farò.

E poi non so se a voi la mia GMG interessi più di tanto...

Perciò vi lascio con l'ultimo post, l'ultima frase memorabile, quella che, per me, ha davvero fatto e farà la differenza.

Alla prossima...

Memoranda II


Tra le persone che io (e la Martella con me) non possiamo non ricordare, ci sono i quattro componenti della famiglia che ci ha ospitato dall'11 al 15 agosto a Weissach, nei pressi di Stoccarda.

Nell'ordine:

Papà Wolfang, mamma Ingrid, Johanna e Richard.

Sono stati fantastici!

Dunque, grazie per le colazioni incredibili, che ci sono mancate immensamente nei giorni successivi, grazie per le torte di mamma Ingrid, grazie per il vino svizzero dell'ultima sera, grazie per i 15 litri di birra e l'insalata di pasta per la grigliata, grazie per la cameretta con finte pelli di animali come scendiletto e per la doccia con sauna incorporata, per le uscite in Mercedes coupè o da campeggio...

Ma soprattutto, grazie perchè ci siamo sentite davvero trattate come delle figlie, o forse meglio, per l'ospitalità e la simpatia e tutte le altre cose che ciascuna di noi ha nel cuore.

Grazie.

Confinati a Colonia (Memoranda I)

Dopo la rabbia, le imprecazioni, lo sconforto, l'incredulità e la rassegnazione, in fondo, anche una serata passata "forzatamente" a Colonia (causa blocco totale dei trasporti ferroviari), può essere memorabile.

E' successo giovedì, il giorno dell'arrivo del Papa.

Eravamo lì, stanchi ed affamati, confinati sulla riva sinistra del Reno, a dover trascorrere due o tre ore prima di poter rientrare... E quando la stanchezza comincia a prevalere, o ci si accampa per terra e non ci si alza più o... si comincia a delirare!!

Soprattutto se ci si trova in un posticino vicino al fiume a bere Kölsch (la tipica birra di Colonia) e a mangiare patatine e pretzel...

Allora la serata cambia decisamente tono...

E si cominciano ad intonare coretti da stadio, tipo "Italiano, batti le mani", ovazioni per il nostro "navigatore satellitare" Paolo (più noto come GD o Lucio), oppure facendo a gara con gruppi di francesi, brasiliani, polacchi, tutti stipati sulle scale della stazione...

Anche questo è GMG...

Test d'idoneità (Incredibile dictu II)

Test psico attitudinale per gli aspiranti candidati alla carica di Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture tedesco. Il candidato ha tre minuti per risolvere i seguenti problemi:

Situazione n°1: "Avete a disposizione numero 3 stazioni ferroviarie, di capienza medio-alta (tipo Milano Certosa, Milano C.le e Milano Garibaldi) e 700 mila giovani da dover trasportare in svariate località nei pressi di Colonia..."

Situazione n°2: "Siano dati un milione di giovani ragazzi che, dopo 30 ore trascorse in una paludosa e sperduta zona nei pressi di Colonia, necessitano di raggiungere al più presto il mezzo di trasporto (treno, aereo, bus) che possa riportarli nei loro paesi di origine..."

Per fronteggiare l'emergenza, rivestendo il ruolo di Autorità competente in materia, voi provvedereste a:

A. Chiudere le stazioni;
B. Chiudere le vie di accesso alle stazioni;
C. Confinare i giovani in un area di 25 chilometri quadrati;
D. Ridurre ogni mezzo di trasporto sostitutivo;
E. Tutte le precedenti.


[Risposta: Se riuscite ad immaginare qualcosa di peggio, scrivete al Governo tedesco e sarete automaticamente assunti...]

Mirabilia I

"Quando si segue una Persona, ci si apre all'imprevisto, ma qui vi è perfetta letizia"
(Dietrich Bonhoeffer, "Sequela")

Tuesday, August 23, 2005

Vettovaglie (incredibile dictu I)

E' starno pensare che i pasti migliori sono quelli che non siamo riusciti a prendere.

Ecco un breve resoconto del "rancio base" di una giornata da pellegrino.

COLAZIONE: unico pasto commestibile della giornata, costituito da pane surgelato, scongelato e non riscaldato, quindi molto gommoso, marmellatine varie, formaggini in scatola e/o misto saplmabile di salumi, latte, the alla rosa canina (color fucsia tendente al viola), caffè e latte in polvere.
PRANZO: riso condito con quantità inimmaginabili di peperoni, cipolle, broccoli, nonchè germogli di soia, bambù ed altre cose a me ignote. Il tutto molto speziato ed abbondantemente condito per non renderlo colloso. Punto. Neppure l'acqua gasata.
CENA: da ritirarsi insieme al pranzo, nel sacchettino si replicava con il panino ed i formaggini, o qualche salume molto piccante, frutto e dolcetto. Tovagliolo. Ma, soprattutto, scatoletta di verdura bollite miste, che hanno impeganto lo stomaco dei pellegrini in ore e ore di straordinari per la digestione.

Stendiamo un velo pietoso.

E ringraziamo la pizzeria "da Laura", di Franco Laura, Quadrath-Ichendorf.

O è sfortuna.. (Appunti di viaggio I)

Direi, cominciamo dalla fine. E' più semplice, perchè i ricordi sono più vividi...e anche un po' più degni di nota.

Beh, uno trascorre dieci giorni in Germania con la prospettiva di passare una notte sotto le stelle, un po' al freddo, sì, ma, in ogni caso, una notte non qualunque. Una notte con un milione di altri giovani, tutti lì, per vivere la veglia con Benedetto XVI.

La sottoscritta avrebbe proprio avuto voglia di essere tra quel milione di persone al accampate al freddo, ma felici. Ci era arrivata proprio vicinissima.

Ed, invece, le capita di non sentirsi bene la mattina di sabato. Anzi, sta proprio male, così male da non riuscire a fare quei sette chilometri che la separano dalla meta. Allora si avvicina ad una volante della polizia tedesca e spiega in inglese la situazione. Chiede se non ci sia qualche mezzo per raggiungere il luogo della veglia. La polizia tedesca, che forse l'inglese non lo capisce bene, chiama la Croce Rossa, che manda un'ambulanza a sirene spiegate (che si usano per un trauma cranico, un'emorragia, un arresto cardiaco) e la porta subito al pronto soccorso dell'ospedale a 10 chilometri di distanza.

Qui mi trattengono giusto un'oretta, per poi liquidarmi dicendo "analisi tutte ok, quando ti senti meglio te ne puoi andare". Beh, con una flebo maxi di antidolorifico, integratori e quant'altro, uno si sente meglio subito. E poi che cosa sarei dovuta rimanere a fare?

Allora parto in quarta alla volta della farmacia, perchè il giorno dopo mi avrebbe atteso un viaggio di 14 ore, e, quando si viaggia, non si può rischiare di stare troppo male.
Intanto il telefono continua a suonare, papà, mamma, il don, gli amici, tutti troppo lontani per potermi essere accanto "fisicamente", ma, comunque, pieni di ottimi consigli, nonostante l'ansia palpabile...
Lascio un patrimonio in medicine per fronteggiare ogni emergenza. Esco e passo davanti ad in ristorante.
E chi ci trovo? L'autista del nostro bus, Domenico. Scambio due parole e mi faccio dare il suo numero di cellulare, in fondo era l'unico volto noto in quel paese ormai deserto.
Mi dirigo alla volta della stazione, per vedere come raggiungere il luogo della veglia... Ma oramai l'effetto dell'antidolorifico sta già scemando e, oltre a dovere scoprire come raggiungere il mio gruppo, devo trovare un posto dove trascorrere la notte.
Su consiglio di un volontario (ma perchè vado a fidarmi di una categoria che, per tutta la settimana, ha dato prova di non sapere neppure come fosse girata?!?), torno nel paese dove avevo alloggiato nei giorni precedenti.
Penso che la Siberia abbia una densità di popolazione superiore a quella che ho riscontrato sabato in quella cittadina.
Dopo molto peregrinare, stremata, mi rivolgo ai vigili del fuoco, che tentano di trovarmi una sistemazione.
Dopo aver verificato che l'ostello era chiuso (che cosa serve, in fondo, un'ostello della gioventù durante la GMG?), mi portano in un dormitorio da film americano. Quello in cui si rifugiano i ricercati o le spie in fuga dal KGB... Un misto tra un carcere e una topaia.
Alchè gioco l'ultima carta: telefono ad una famiglia che ha ospitato uno dei nostri sacerdoti durante i giorni di preparazione.
Ed in effetti, a parte la difficoltà di spiegare qualcosa in un misto di angloteutonico da parte di chi non sa molto il tedesco a qualcuno che non parla inglese, trovo una sistemazione più che decorosa...
E la veglia me la sono guardata in tv, al caldo, sul divano...

Insomma, una giornatina niente male. Peccato per la veglia... Ma se non avessi vissuto tutto questo, non sarei salita sull'ambulanza tedesca, non avrei incontrato due infermiere dolcissime ed un tirocinante decisamente in gamba, un farmacista che credeva fossi canadese... Non avrei avuto modo di scoprire il lato paterno e protettivo di Domentico, la simpatia e la disponibilità dei pompieri tedeschi e la grandiosa gentilezza della coppia che mi ha ospitato...

Insomma, per dirla come San Francesco, o è sfortuna o è... PERFETTA LETIZIA.

...l'essenziale è invisibile agli occhi.

Dopo un'amena giornata passata coi parenti o sonnecchiando sul libro di Bio, finalmente ho trovato un po' di pace per cominciare il resoconto della mia GMG2005.

E' tempo di bilanci.

Penso che ogni esperienza duri molto di più del tempo che trascorre mentre la viviamo.
Non sono, infatti, il "prima" ed il "dopo" altrettanto essenziali, soprattutto quando bisogna esprimere un giudizio?

Il prima, con tutte le aspettative vaneggiate, lontane, incerte ed impalpabili, e il dopo, con i ricordi degli avvenimenti concreti, tangibili, vissuti in prima persona.
Spesso ci basiamo proprio sul confronto tra "attese" ed "esperienze" per giudicare la qualità di ciò che abbiamo vissuto. In base a quante speranze si sono concretizzate e a quante sono rimaste disattese valutiamo la riuscita di un'esperienza.

Forse è per questo che, talvolta, siamo un po' disillusi. Perchè troppo spesso le cose non vanno come vorremmo...

Se c'è una prima cosa che questa GMG mi ha insegnato, invece, è il valore dell'imprevedibile. Nel vero senso della parola: "ciò che non può essere pensato (visto) prima".

Prima di partire per Colonia mi aspettavo tante cose...

Di vivere dodici giorni intensi, faticosi, pieni di tante cose da fare, di tante esperienze forti, di tanti incontri magici... Non pensavo di certo che sarebbero state le sveglie chissose, la difficoltà di spostarsi, i digiuni forzati a spossarmi ogni giorno di più.

Pensavo che avrei respirato un clima di festa, sereno, rilassato, e non credevo di certo che i momenti di sconforto e di tensione sarebbero stati così tanti da non poter fare a meno di annoverarli tra queste righe.

Ma, per fortuna, non è solo questione di "attese" ed "esperienze". Perchè le mie "speranze" sono solo ciò che sono in grado di immaginare... Ed, in fondo, questo non è poi così sorprendente.

Mentre è l'imprevedibile che ci fa sentire davvero felici...e fortunati.

Da questa esperienza mi aspettavo molte cose. Alcune si sono concretizzate, altre no. Ma ciò che mi riempie il cuore, ciò che mi fa sorridere mentre ripenso ai giorni passati a Colonia e che mi fa pensare che se non avessi vissuto tutto questo sarei un po' più povera di come sono ora, è proprio riassunto tutto in una frase: "Non si vede bene che col cuore, l'essenziale è invisibile agli occhi".

Ho visto tante cose in dodici giorni, più o meno belle, ma comunque evidenti, palesi... Cose che si fanno notare, che fanno rumore, che non passano inosservate, ma che passano in fretta.

E ci sono cose che non passeranno: gli sguardi che solo io ho incrociato, i sorrisi che solo io ho suscitato, le parole che sono state dette solo per me, le relazioni che ho intessuto con altre persone.

Cose che porto dentro, che non ho visto e che altri non vedranno...se non con il cuore.

Monday, August 22, 2005

Reviewing...

Eccomi a voi, carissimi... Finalmente, dopo un certo numero di ore in "standby", ricomincio ad ingranare; anche se, per tornare ai ritmi usuali, ci vorrà un po' di tempo!

E per fortuna che la Biologa che mi seguirà durante il mio stage, mossa a compassione, mi ha consigliato di cominciare il lavoro lunedì prossimo. Almeno ho davvero un attimo per tirare il fiato e fare il punto della situzione (e, ovvimaente, per riprendere in mano il mio polveroso libro di Bio molecolare e cellulare).

Dunque, prima di buttarmi nel vivo della narrazione, qualche consiglio per l' "uso".

Sto cercando davvero di trovare un ordine e uno spazio adeguato per tutto quello che devo dire, ma sarà un'ardua impresa... Perciò dovrete venirmi un po' incontro e sforzarvi di trovare un senso e un po' di razionalità nei prossimi posts, che non saranno un esempio di lucidità.

Direi che potrei darvi due o tre linee guida, tanto per facilitarvi il tutto.

Penso che i grandi filoni che tratterò potrebbero intitolarsi:

Appunti di viaggio: sezione dedicata a fatti e fatterelli degni di nota, giusto per consevare quel minimo di dimensione temporale che aiuta chi non c'era...
Memoranda: ovvero, fatti e persone che è necessario non dimenticare, quelle cose, insomma, che hanno fatto la differenza (in senso positivo).
Incredibile dictu: cioè tutto ciò che è stato talmente assurdo da poter sembrare impossibile a chiunque lo ascolti (o lo racconti), ma, purtroppo, tragicamente reale per chi l'ha vissuto. Fidatevi sulla parola...
Mirabilia: le due o tre frasi che hanno davvero lasciato un segno.

E questo è quanto... E' stato più faticoso del previsto. Meno male che mi sono ricordata l'esistenza del latino, una delle lingue più pragmatiche della storia, mi ha evitato un sacco di giri di parole...Penso lo userò più spesso.

Ora mi ritorna addosso la stanchezza.

A presto.

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Bentornati!

O, meglio, bentornata alla sottoscritta, visto che, se c'è qualcuno che se n'è andato per un bel po', quella sono proprio io.

Non voglio prolungare oltre il mio silenzio (almeno perchè me lo impone il titolo stesso del mio blog!) e, dopo una doccia e qualche ora di sonno, rieccomi pronta a colmare il vuoto di undici giorni veramente...indescrivibili!

Indescrivibili almeno così, su due piedi, con gli occhi che mi si chiudono ancora, con tante emozioni nella testa, gioie e dolori (perchè ci sono stati anche quelli, credete!)... La GMG è stata un'esperienza assolutamente nuova ed inaspettata, che mi ha lasciato tanto, ma tutto mescolato insieme.

Perciò ho bisogno di qualche ora di tranquillità, per ripensare, recuperare, rivedere... e poi scriverò pian piano, tutto quello che merita di essere scritto: commenti ironici, resoconti di situazioni divertenti e non, invettive e proteste, riflessioni più o meno impegnate...Ma tutto a suo tempo e con ordine...

Sì, intanto mi serve un indice di tutto...Lo pubblicherò al più presto.

Abbiate ancora un po' di pazienza!

To be continued...

Wednesday, August 10, 2005

Fenomeni Estivi

A volte mi chiedo che cosa renda un pezzo di musica pop qualsiasi il tormentone dell'estate. Che cosa faccia di un musicista sconosciuto la stella del momento.

Probabilmente l'unica risposta che potrei dare con un po' di sicurezza è: incidere con un certo margine di anticipo la canzone che diventerà il "soundtrack" della pubblicità Vodafone. E, aggiungerei, meglio se si è un cantante di bella presenza, con quell'aria un po' così, da ragazzo perbene, magari con un passato un po' travagliato (e un manager che ti sa vendere bene).

Un po' come quell'illustre sconosciuto di James Blunt.

Personalmente non sono una che il sabato pomeriggio si incolla alla tv per sorbirsi l'intera puntata di "Top of the Pops" (sigla iniziale e finale e spots inclusi), ma mi incuriosiscono i fenomeni inspiegabili...

Allora ieri, mentre mi davo da fare con i bagagli, ho messo su qualche pezzo dall'album "Back to bedlam".
Sono proprio cose da ascoltare mentre si fa altro. Non certo quelli che richiedono una concentrazione tale da dover sospendere ogni attività e mettersi seduti comodi e chiudere gli occhi... Però un po' si capisce perchè hanno tanto successo.

Quest'atmosfera un po' romantica, proprio da pubblicità Vodafone con il tramonto sul mare, questi strumenti da falò sulla spiaggia, giri ripetitivi, motivi orecchiabili...Canzoni estive, insomma.

Perchè questi pezzi, James Blunt included, non durano più di qualche mese... E uno deve essere bravo: o tenta di replicare l'anno dopo oppure si lancia nella carriera impegnata, rinunciando alla partecipazione al Festivalbar (di solito la prima, anche se di rado funziona).

Beh, a parte la mia solita vena caustica, in fondo, se uno ha voglia di sognare un po' una spiaggia ed un falò, possono andare bene... Ma in quantità modiche.

La cosa che, invece, apprezzo abbastanza sono i testi. Ma quello credo sia solo per chi si prende la briga di leggerli e cercare di capirne il senso. Sono molto "cinematografici", se così si può dire... Descrizioni plausibili, magari un po' autobiografiche, o almeno mi piace pensarla così!

Non ho ascoltato tutto l'album (prima o poi potrei farlo), ma, per ora, la mia "preferita" è "Goodbye my lover".
Questa proprio la salverei... Sembra un po' il primo pezzo di un poeta esordiente...Sì, magari ritmicamente un po' troppo ripetitiva, ma un buon mix di sensazioni, un sapore "dolceamaro" difficile da descrivere...una di quelle canzoni da dedicare o farsi dedicare: non posso che apprezzare il tentativo!...

...e vedere se ho azzeccato le previsioni!

Tuesday, August 09, 2005

Svelati i "misteri" dell'umlaut

Finalmente un po' di tedesco scritto come si deve (?!)!

Ein große Küß! (= un grande bacio!)

Tschüß! (= Ciao!)

NOTE: grazie al mio amico Pietro... se non ci fosse... Beh, meno male che c'è e non dobbiamo preoccuparci d'altro!

A proposito di stelle...

...domani, 10 agosto, è san Lorenzo. Qunidi, intanto, auguri a tutti i Lorenzo (ne conosco almeno un paio che devo sentire assolutamente), auguri alla mia amica Marta, che festeggierà i suoi 20 anni in quei di Barcellona (niente male, eh?)...
Ma, volevo dire, domani, 10 agosto, san Lorenzo, è la notte delle stelle cadenti... E se anche il mattino dopo partiamo alle 6,00, un'oretta con il naso per aria la dovrei programmare... Giusto perchè il 10 agosto (come l'11, il 12 ecc...) è una volta all'anno... Quindi (so che non dovrei dirlo io, scusate tanto)... Speriamo faccia bello!

Things to do before leaving II

Ah, che sbadata, già dimenticavo...

STELLA DI CARTONE: Devo costruire una stella di cartone (non chiedetemi perchè, so che, prima o poi, servirà a qualcosa).
MAILs: perchè agli amici oltreoceano non posso mica telefonare dicendo: "What 'bout meeting this afternoon?"

Things to do before leaving

Giusto per fare mente locale e non dimenticare nulla, ecco un elenco delle cose che devo fare prima di partire:

LO ZAINO: elemento essenziale per il viaggio, più che farlo dovrei "disfarlo", eliminando tutto ciò che potrebbe essere superfluo (scelta sempre ardua). E dovrei anche cercare di trovare il modo ottimale per "impilare" le cose. Perchè poi recuperare ciò che sta nel mezzo è sempre problematico.

LE "CONDICIONES SINE QUAE NON" (?, scusate, il mio latino sta già arrugginendo): che includono tutte, ma proprio tutte le cose che non posso lasciare a casa, pena la disfatta del viaggio ancor prima di raggiungere la meta. La cartina e la guida di Colonia (perchè trovatele poi voi, tra migliaia di giovani turisti, una cartina e una guida decorose senza lasciarci la "paghetta"), almeno un documento di identità, la macchina fotografica e la batteria di scorta, il caffè (la caffettiera e il fornelletto non sono mia responsabilità), un paio di pacchi di pasta (perchè nella vita non si sa mai), una serie di cose da fare durante le interminabili ore di viaggio (il che potrebbe includere almeno un libro ed un mazzo di carte)...
Evviva l'essenzialità.

SALUTI: domani è la volta dei nonni (e per questo devo fare una capatina fino a Novara). Oggi, invece, farò in modo di trovare un po' di tempo per gli amici, almeno quelli degni di questo appellativo ma che, solitamente, non vedo proprio quotidianamente... Perchè al ritorno, stando a casa solo al week-end, chissà quando riesco a beccarli di nuovo...

Beh, mica male come elenco... Mi sa che la smetto di scrivere e mi metto all'opera!

Meno (di) due!

Tra meno di quarantotto ore, precisamente giovedì 11 agosto alle ore 6,00, sarò finalmente in partenza alla volta di Colonia.

So che non dovrei ripetermi ma... sono troppo felice!

Anche se, tutto sommato, mi mancherà la possibilità di sedermi ogni giorno davanti al computer, mettere insieme le idee e scriverle in queste pagine. Perchè ho scoperto che, per come sono fatta, deve intercorrere un certo lasso di tempo (non troppo, non troppo poco) per riuscire a scrivere ciò che ho in mente.

Mi mancherà condividere ciò che vivo con voi, che, indipendentemente dalla distanza fisica, mi siete "virtualmente" vicini, che potete intuire ciò che sento, sebbene le vostre esperienze siano, magari, molto diverse dalle mie.

Tenterò, comunque, di raccogliere e conservare quanto più possibile tutta la gioia, l'entusiasmo, le sensazioni, i volti per poi raccontarveli al mio ritorno (nelle 24 ore che trascorrerò a casa, prima di tornare a Milano).

Abbiate pazienza, dunque, non tarderò troppo.

E, poichè le cose da fare prima di partire (che è poi il titolo del post precedente) sono tante, suppongo che non avrò molto tempo per salutarvi una seconda volta (a meno che non accada qualcosa di epocale).

Perciò ve lo dico ora: arrivederci, miei cari.

Viel Gluck (Mannaggia anche qui ci andrebbe la dieresi sulla "U"!) und bis bald!

[i.e.: "Buona fortuna e a presto]

Monday, August 08, 2005

Più scrivo...

...più scriverei.

Scrivere fa un gran bene.

Aiuta a trovare il tempo per fermarsi a riflettere e perchè il frutto di questa riflessione rimanga indelebile, conservato (non solo nella nostra memoria) per non perdersi col tempo.

E dire che, fino a poco tempo fa, non avrei mai pensato di avere tante cose da dire e di trovare il coraggio di metterle nero su bianco. Perchè sono un po' "gelosa" dei miei pensieri, dei miei sentimenti, perchè non facilmente trovo il coraggio di esporli.

Ma, man mano che si scrive, si trova piacere nel dare forma a quello che si è e che si pensa. Una forma concreta, fruibile... Una forma che impone per prima cosa a chi scrive di chiarire a se stesso molte cose.

E questo mi sta aiutando molto.

E se avete trovato, come spero, come è stato per me, qualcosa di buono in queste pagine... Beh, pensate che l'idea di un blog non l'ho avuta da sola, che se ora scrivo non è solo merito mio.

Sulle Fratture del Mondo

"Sulle fratture del mondo, [...] noi siamo lì, al di sopra di queste fratture".

Da qualche giorno rieccheggiano in me le parole di questo vescovo, mons. Pierre Luciene Claverie, assassinato in Algeria.

Quando le ascoltai per la prima volta, non le compresi fino in fondo. Forse non le capisco neppure adesso.
Però mi affascinano... Sono una metafora densissima di significati.

Innanzitutto le "fratture". Se ci penso, le terre emerse, i continenti "galleggiano" come su grandi zatteroni che scivolano, sfregano, si allontanano ed avvicinano in corrispondenza di enormi "fratture". Di cui ci ricordiamo solo quando fanno catastroficamente notare la loro presenza. Per tutto il resto del tempo le possiamo tranquillamente ignorare. Perlomeno, io me ne dimentico del tutto. E questa, parlando fuor di metafora, è una leggerezza imperdonabile.

Esistono, poi, tanti tipi di fratture. Quelle che coinvolgono intere fasce di popolazione o intere nazioni e quelle che sono proprie dei singoli individui.
Tutte ugualmente difficili da vedere se non quando è (o potrebbe essere) troppo tardi.

Ed, infine, questo verbo: "porsi sopra". Che non significa sovrastare. Non vuol dire guardare dall'alto, essere distaccato, ma neppure lasciarsi prendere e trascinare dalla corrente.
Per usare un'altra metafora, che mi è più congeniale, "porsi sopra" mi ricorda quello che fa una medicazione. Essa deve stare dove vi è una ferita, lì, a contatto. Solo così può giovare. Ma rimane sempre e comunque ben distinta dalla ferita stessa.

Questo suo essere "altro", ma non "altrove" è l'unico modo per sanare la ferita.

Quante fratture vedo oggi, lontane e palesi o, soprattutto, vicine e meno eclatanti? Quante restano nascoste o voglio che tali rimangano? Come riuscire a "porsi sopra"?

Per ciò che sarò, ma già per ciò che sono ora, queste parole sono una grandissima chiamata.

Sunday, August 07, 2005

Auguri a Sua Altezza il Monte Rosa

150 anni fa il militare svizzero Guillaume-Henry Dufour, raggiungeva la punta più elevata (4634 m) della "Regina delle Alpi".

Chissà se un giorno ce la farò pure io...

Gmg2005: Kit italiano

Ah, sì... adesso che ho tra le mani il kit fornito dalla Pastorale Giovanile per la Gmg2005, respiro proprio il clima della partenza... Perchè fa tutto un altro effetto pensare con qualcosa di tangibile tra le mani.

Anche se almeno la metà di quel "qualcosa", fa sorgere dubbi sulla sua utilità.

Ecco un piccolo excursus, tanto per essere concreti.

L'intero equipaggiamento è contenuto in una di quelle sporte (termine "in voga" verso gli anni '50 del secolo scorso, ormai caduto in disuso) color cotone non trattato (?); di quelle che, un tempo, le mamme usavano per fare la spesa dal lattaio o dal panettiere (quando ancora queste due figure professionali non erano scomparse) e che stanno tornando di moda tra le ragazze bene che le indossano se c'è scritto "Fiorucci", o tra i "consumatori equosolidali" incalliti.

Anche la Gmg segue la moda: Roma 2000 con la borsa dalla tracolla lunga, Toronto 2002 con il monospalla ed ora questa sporta, che sarà anche "cool", ma non è il massimo della praticità. Mi sa che mi tocca portare uno zaino...

Ma veniamo al contenuto.

Il kit consta di (in ordine crescente di utilità):

Dvd sull'attività dell'ottoxmille, con custodia difettosa (spero solo la mia), che è stato già brevemente visualizzato e troverà posto nel marasma vicino al mio portatile, fino a miglior destinazione.

Radiolina portatile, con auricolare ma senza pile, di dubbio impiego. Spero solo che serva per trasmettere le traduzioni delle letture in tedesco, spagnolo o austrungarico.

Per il resto le cose paiono essere più interessanti.

Beh, ovviamente libri per la liturgia ed i canti, block notes e penne (che salvano il turista in ogni occasione).

Un beauty case azzurro nazionale, qualche spilla con lo stemma dell'edizione 2005 e... una fantastica bandiera italiana, formato 50x70, con laccetti che permettono di issarla e sventolarla verso il (grigio?!?) ciel d'oltralpe o, per i più fanatici, per poterla utilizzare come mantello stile supereroe.

E, infine, quel che veramente conta. Cappellino "alla pescatora", ovviamente azzurro nazionale, e tela cerata di identico colore. Le uniche cose essenziali per il clima tedesco.

Insomma, tutto sommato, non possiamo lamentarci.

NOTE: Per la prossima edizione, visto che abbiamo un sacco di sconti ed agevolazioni per girare un po', suggerirei di introdurre anche una guida alla città... in italiano!

23:59

Le 23:59, che sarebbero coincise con il "fischio finale" che avevo prestabilito per la partita che volevo concludere, è l'ora in cui oggi avrei dovuto pubblicare questo post. In realtà, per la paura di non farcela, ho tentato di accorciare i tempi.
Ed ora che devo scrivere, perchè ve l'avevo promesso, una conclusione, non so da dove cominciare.

Perchè, in realtà, mi sono accorta che, quando ho deciso di "scendere in campo", non avevo ben chiaro chi sarebbe stato il mio "avversario". Solo riflettendo a posteriori, in realtà, mi sono accorta che, dall'altra parte della linea centrale c'ero ancora io. O, meglio, i miei limiti e le mie paure.
Da questo punto di vista, la partita è stata vinta.
E questa è la prima cosa bella che mi è capitata: l'"io che supera il non-io", per dirla "alla Fichte".

Ma la cosa ancora più eccezionale sono state le conseguenze.
Perchè, nella vita, il "fischio finale" di ogni partita non è che l'inizio, la sceltà di passare dalla potenza all'atto, di concretizzare una possibilità...
E da lì in avanti è tutto in divenire. Non più una partita, ma un percorso, da seguire, da scoprire... Una strada di cui si intravede solo la meta, ma che ti sorprende sempre. Perchè, in realtà, è un percorso che si costruisce passo passo, mentre si cammina. E prende strade diverse, in base alla nostra volontà e a quella dei nostri "compagni di viaggio"...

E' meraviglioso. Nella vita non è tutto bianco o nero, vincere o perdere, prendere o lasciare. Oltre a questo, esistono le sfumature, che sono altrettanto importanti.

E' vero, per coglierle bisogna avere coraggio. Perchè stanno dietro, al di là del "bianco o nero" che deve essere superato.
Ma la cosa eccezionale, sono convinta, sono le conseguenze. Gli orizzonti che si aprono. I percorsi che, una volta intrapresi, ti permettono, di tanto in tanto, di fermarti, voltarti indietro e guardare... La prima conseguenza di un cammino sono i ricordi che ti potri dentro, le orme che hai lasciato.

E la seconda, importantissima conseguenza, è poter sperimentare la dimensione della fiducia.
La partita non è la fine, ma l'inizio di un percorso. E' la possibilità che prende forma, che può essere plasmata da chi sceglie di camminare... E' questo che mi spinge e mi spingerà sempre a "mettermi in gioco".
Perchè è vero che non si sa come andrà a finire, perchè, in relatà, si può solo intuire come andrà a cominciare... Ma in questo, nel "saltare nel vuoto", nello scommettere, nell'avere fiducia si sperimente la libertà...

Ci si può chiedere se il gioco valga la candela.

Pascal (ed io con lui) risponderebbe: "Chi perde tutto vince tutto".

Saturday, August 06, 2005

Oggi non scriverò molto

Vi sembrerà strano, perchè vi ho abituati diversamente, ma oggi non scriverò molto.

Perchè, Wittgenstein insegna, "su ciò, di cui non si può parlare, conviene tacere".

E tra le cose di cui non si può parlare ci sono le emozioni. Non emozioni astratte, che rientrano in trattazioni sui Massimi Sistemi, ma quelle che uno vive in prima persona.

Di emozioni così si può solo fare esperienza.

Possono essere custodite e meditate.

Si possono ascoltare, osservare, ma non possono essere descritte a parole.

Perchè sono in continua trasformazione, crescono e si rinnovano ogni istante.
Quando le guardi le scopri sempre diverse da come erano un attimo prima, come se nascessero per la prima volta. E come ogni cosa appena nata va protetta, perchè è molto fragile. O, forse, perchè dietro a quella fragilità, magari solo apparente, si cela una forza devastante, dirompente, incontrollabile.

Oggi scriverò poco, ma starò molto ad osservare.

Mi meraviglierò nel vedere quale esperienza sovraumana si celi dietro ciò che, umanamente, chiamiamo emozione.

Domani si vedrà...

Friday, August 05, 2005

A Margherita

Grazie a Margherita, per la sua amicizia innanzitutto.
E poi per avermi regalato e fatto riprendere in mano un libro fantastico come "L'insostenibile leggerezza dell'essere" di Milan Kundera.

Quanto segue è dedicato a soprattutto a lei.


"Quando Tomàs tornò a Praga da Zurigo, fu preso da una sensazione di malessere al pensiero che il suo incontro con Tereza fosse stato determinato da sei improbabili coincidenze.
Ma non è invece giusto il contrario, che un avvenimento è tanto più significativo e privilegiato quanti più casi fortuiti itervengono a determinarlo?
[...]
Soltanto il caso ci parla. Cerchiamo di leggervi dentro come gli zingari leggono le immagini fornite dai fondi di caffè in una tazzina.
[...]
Non certo la necessità, bensì il caso è pieno di magia. Se l'amore deve essere indimenticabile, fin dal primo istante devono posarsi su di esso le coincidenze, come gli uccelli sulle spalle di Francesco d'Assisi."

Geometria

Se avete qualche problema a raffigurarvi l'immagine di "rette parallele", posso fornirvi più di un esempio esaustivo a riguardo.

Considerate la sottoscritta e l'installazione di un software, la sottoscritta e la riproduzione di un dvd, insomma, la sottoscritta e qualsiasi cosa riguardi l'informatica al di là degli srgomenti necessari per conseguire l'ECDL.

Lezioni di democrazia

Ho appena letto l'articolo di Steven Vincent, il giornalista del New York Times ucciso recentemente in Iraq.

E a questo punto non posso fare a meno di pormi una domanda: si può tentare di rendere un popolo politicamente indipendente senza liberarlo dalle schiavitù ideologiche?

Se le istituzioni sono lo specchio dei valori di una società, come siamo abituati a considerarle in Occidente, la risposta non può essere che negativa.
E' un fatto evidente in ogni rivoluzione occorsa nella storia: al sentimento comune, alla volontà di cambiare segue un mutamento delle forme politiche di governo. Dalle monarchie assolutistiche a quelle illuminate, dagli stati nazionali a quelli federali, e così via...

C'è allora da chiedersi se, una volta tanto, sia possibile uscire dagli schemi canonici. Perchè è evidente che il potere religioso che oggi è così forte in paesi come l'Iraq (ma non solo), sia inconciliabile con forme di governo democratiche come quelle dei paesi in cui viviamo.

E non credo, francamente, che sia neppure ipotizzabile una perdita di credibilità delle autorità religiose del mondo arabo, tale da permettere una "rivoluzione dal basso".
Soprattutto se pensiamo che l'influenza, l'autorità che essi esercitano viene percepita come un'investitura dall'alto, che, a maggior ragione, legittima la concentrazione del potere politico-religioso, ma anche della ricchezza e, di conseguenza, del controllo economico, nelle mani di una ristretta oligarchia.
Non credo ci sia la consapevolezza, la forza politica ed ideologica per una rivoluzione. Ed, in ogni caso, non penso esista, attualmente, un'alternativa, un'entità politica altrettanto forte che possa sostituirsi a quella esistente.
Non esiste nessun Imperatore che possa sostituirsi al Papa, per dirla metaforicamente.

Un'alternativa plausibile, dunque, potrebbe essere una "rivoluzione dall'alto", imposta dall'esterno. E molti credono che questo sia il ruolo delle truppe straniere che, attualmente, sono impegnate sui territori.

Ma non sono sicura che le cose stiano proprio così. E, a quanto pare, non lo pensava neppure Vincent.

Forse l'errore più grave lo stiamo commettendo noi occidentali, perchè siamo convinti che libertà e democrazia siano valori che non possono essere imposti. E a questo contribuisce anche lo strapotere dell'opinione pubblica, pronta a misitficare come colonialismo ed imperialismo ogni atto che paia "forzare" un cambiamento vero, radiacale e, ovviamente, doloroso e sofferto in altre parti del mondo.

Abbiamo, in un certo senso, paura di imporre con troppa forza ciò in cui crediamo.

Ma, allora, spiegatemi perchè dovremmo tollerare che altri, come i religiosi Shiiti, siano, in un certo senso, giustificati quando impongono con il terrore e con la violenza ciò che sono loro.

Noi occidentali abbiamo spesso troppa paura di ciò che siamo. Di farci vedere come un'alternativa forte, integra, coerente. E ci pieghiamo ai compromessi, alla mediocrià, al buonismo. "Creiamo delle istituzioni e poi si arrangino", sembra il motto più diffuso (non in questi termini brutali, ovviamente); per non usurpare un ruolo che spetta ad altri.

Io credo, al contrario, che sia inutile dare degli strumenti in mano a chi non li sa usare. Anzi, è proprio controproducente, perchè verranno impiegati da chi aspetta solo di riuscire a conquistare più potere e più consensi.

Dobbiamo capire che, nonostante tutto, democrazia e libertà sono desideri profondi dell'uomo che sa guardarsi dentro, che vede alternative possibili intorno a sè.

LOTTA PER LA LIBERTA' CHI SI ACCORGE DI AVERLA PERSA, NON CHI NON L'HA MAI SPERIMENTATA.

Non possiamo dimenticarlo.


NOTA: se accedete dal link all'articolo che ho inserito vi viene richiesta la registrazione. Se volete leggere l'articolo senza tutta questa menata, cercate tranquillamente su Google.

Wow!


Monte Rosa

Thursday, August 04, 2005

Snuppy

"It's just how much time and money and effort do you want to devote to your project? [...]. The Corean success, while wonderful, may not have been worth it".


Lo ha detto Mark Westhusin, famoso per la clonazione di un gatto... Beh, forse non è l'intervento più opportuno e denota una certa parzialità, ma...

...Definitely, I agree!

Ebbene sì

Sarà che non ho organizzato io la giornata, fatto sta che oggi, finalmente, posso andare in montagna!!!
Sì, il rifugio Pastore non sarà proprio il massimo, passeggiata breve e facile, ma con questa giornata, tutto va bene!
E poi ci sono due ragazzi in trasferta da Torino, non si può eccedere... Massimo risultato con il minimo mezzo.

Scrivo ancora un paio di cose e poi... Macchina fotografica e via!
...Così imparerò anche a pubblicare immagini sul mio blog...
Spero in un tempo umanamente ragionevole!

Sieben Tage nach Koln

...a parte che manca una dieresi sulla "o" e che sono incerta sulla preposizione (e anche su un altro "paio" di cosucce in generale in merito alla grammatica tedesca), l'importante è che tra sette giorni sarò in viaggio verso Colonia, per la Giornata Mondiale della Gioventù.

E sono davvero felice. E' la mia prima GMG, il che significa niente esperienza e tante aspettative.

Non vedo proprio l'ora: un sacco di gente da tutto il mondo, incontri, scambi, novità...
E poi il tema: "Siamo venuti per adorarLo", insomma, dà proprio l'idea dell'invito, del viaggio verso un incontro importante, di quelli che segnano, che cambiano, di quelli per cui si deve lasciare tutto e partire... Andare verso la Stella Polare, in un certo senso.

E poi c'è il Papa nuovo, che sicuramente è una garanzia...

Insomma, dovrete aspettare una decina di giorni, ma poi vi racconterò tutto.

Wednesday, August 03, 2005

Work in progress

Speriamo che, una volta tanto, alle parole seguano davvero i fatti. E, soprattutto, che il bene di molti sia anteposto agli interessi particolari.

Ma è possibile?

Che la città in cui vivo non sia Milano è ovvio. Che le mie esigenze in fatto di libri non siano comuni lo è altrettanto. Ma che io debba farmi in quattro se voglio trovare un testo di Wittgenstein che non sia il Tractatus mi sembra un po' eccessivo.

Ma la cosa davvero sconvolgente è che se entri in una biblioteca quasi perennemente deserta, chiedendo, oltre alle "Ricerche Filosofiche" di Wittgenstein, "Le Origini del Totalitarismo" della Arendt, al bibliotecario sonnecchioso gli si illumina lo sguardo, sfodera un sorriso largo così, quasi gli avessi fatto un piacere personale...

...se non che, alla fine, ti trovi costretta ad uscire solo con il volume più noto...
Meglio di niente.

Segni

Mi sa che devo attivarmi alla ricerca di un film da guardare oggi pomeriggio...
Prima di pianificare qualcosa di diverso che possa essere mandato a monte dai nuvoloni che si stanno addensando...

Insomma, è un segno: anche il meteo vuol proprio che non rimanga nella più totale ignoranza cinematografica.

ERRATA CORRIGE: in realtà il tempo si è volto al bello, perciò niente film...
Ma venerdì c'è già in programma un pomeriggio niente male...

Pensieri

La cosa straordinaria dei miei amici (e, credo, degli amici in generale) è che si ricordano di me e fanno sentire la loro presenza al mio fianco proprio quando desidero con tutta me stessa che questo avvenga e, nello stesso tempo -per evitare possibili disillusioni-, faccio in modo di non credere, di non pensare, di non attendere che lo facciano.
E questo mi stupisce sempre.

Verità Rivelate

Non me ne vogliano coloro che conoscono profondamente la filosofia di Wittgenstein.

Sicuramente, da autodidatta, dirò più di un'eresia in merito.

Ma, a mio giudizio, ridurre il complesso sistema filosofico da lui elaborato al Tractatus è riduttivo. Soprattutto quando questo diventa un pretesto per proporre Wittgenstein come strenuo oppositore della Verità Rivelata.

"Ciò che si deve accettare, il dato, sono -potremmo dire- forme di vita."
Eh sì, udite udite, proprio lui, il nostro caro Ludwig (Ricerche filosofiche, 1938) afferma la necessità di accettare qualcosa che "non può essere detto", ma di cui bisogna presupporre l'esistenza perchè il mondo abbia un senso.

C'è una profonda vicinanza tra ciò che Wittgenstein chiama "forma di vita" e ciò che per i credenti è "Verità Rivelata".

Ma anche una profonda differenza.
Se il filosofo si vede costretto ad abdicare, perchè crede che "D'una risposta che non si può formulare, non si può formulare neppure la domanda" (Tactatus logicus philosophicus), il credente non si arrende o, quntomeno, non dovrebbe.

La sottoscritta si annovera tra coloro che ci tentano. E allora oggi andrò alla ricerca delle Ricerche filosofiche (chissà se in biblioteca a Borgo qualcuno sa che esistono). Se la ricerca sarà fruttuosa e l'argomento interessante, per me e per voi, non tarderò ad aggiornarvi.

Tuesday, August 02, 2005

Novantesimo minuto

"Una cosa ci ha insegnato la nazionale, che bisogna provarci fino al novantesimo".

Questa frase non vuole essere un tributo al nuovo spot di una nota marca di birra -che, peraltro, trovo molto carino-.

E', piuttosto, una riflessione che si addice alla mia situazione attuale.

In questi ultimi giorni mi sono accorta che c'è una "partita", che sto giocando da molto, e che sta per giungere allo scadere del tempo regolamentare.

Devo dare il tutto per tutto, o la va o la spacca.

Si tenta. Si vince o si perde. Ma se non ci si butta, non mi posso illudere, si perde di sicuro. "Nel silenzio non si sa", diceva Samuel Beckett.

E allora ho deciso di fissare un novantesimo. Mi do tempo fino alla mezzanotte di domenica. 5 giorni e 4 ore, cioè 7440 minuti per trovare il modo di concludere...come va, va (speriamo come vorrei io!), ma è inutile temporeggiare ancora.

Dunque, un respiro profondo e all'attacco.


Ah, vorreste sapere che cos'è la "cosa" in questione, vero?
Sperate che vada bene, sarò così contenta che lo scriverò di certo a caratteri cubitali.

Chi vivrà vedrà.

Fa più rumore...

Le buone notizie fanno sempre poco scalpore.

E se anche questo "passar sotto silenzio" non mi piace un granchè, almeno per una volta il sensazionalismo giornalistico non interferisce con una pacificazione che parrebbe davvero reale, non mediatica.

Il Fantasma dell'Opera

Attendendo che qualche anima buona mi procuri "Million Dollar Baby", che non vedo proprio l'ora di vedere, questo pomeriggio -dato il tempo inclemente- ho ripiegato sulla visione di "Il Fantasma dell'Opera".

Dal momento che è un musical, non posso che esprimere un giudizio sull'aspetto sonoro-vocale.
Beh, gran belle voci. E mi sono già sbilanciata, credete.

Però se penso ad un musical, in lingua originale, a teatro... Beh, l'unica cosa che mi frena è il prezzo.

Comunque ringrazio Chiara, che in questi giorni ha cercato di redimermi dall'oblio cinematografico in cui sono immersa... Peccato che domani parta per il mare ed io debba trovare altre fonti cui attingere. Comunque grazie, a buon rendere.

Popoli italiani

Vorrei poter essere un po' sarcastica e un po' caustica come al solito. Ma questa volta proprio non ci riesco.

Non lascerò spazio all'ironia, ma solo a tanta amarezza.

L'unica cosa che mi consola è che i nostri soldati impegnati in Iraq hanno ben altro cui pensare.

E, spero, le parole di Prodi arriveranno loro ovattate ed affievolite. Che, in qualche modo, passeranno quasi inosservate.

Perchè, se fossi uno dei militari italiani impegnati in missione all'estero, per me sarebbe terribile che qualcuno che, tutto sommato, in Italia ha un certo peso politico, "remasse contro". Contro me, che ogni giorno rischio la vita lontano da casa, contro il mio lavoro, che non ho mai pensato violare la libertà di chi sto cercando di aiutare.
Contro chi è italiano come lui, italiano come i suoi elettori, come tutto il popolo che il Professor Romano Prodi vorrebbe rappresentare nella prossima legislatura.

Sono convinta di una cosa: non possiamo piangere i carabinieri italiani morti a Nassyria, i militari, nostri compatrioti, che hanno perso la vita all'estero e, alla prima occasione, per populismo e per incolmabile sete di consenso, per opposizione al centrodestra, per antiamericanismo viscerale, non dimostrare la solidarietà, l'appoggio, la fiducia che dovrebbe essere dovuta al nostro esercito, che rappresenta l'Italia tra altri popoli.

Si dovrebbe ricordare, il Professor Romano Prodi, di essere anche lui figlio di un "truppe di occupazione" statunitensi, del Patto Atlantico, del piano Marshall.
Anche se alla sua campagna elettorale non farebbe comodo.

Carpe Diem

E' evidente.
Un'aura carica di negatività, ma, soprattutto, un tempo carico di pioggia pervadono le giornate che avrei voluto dedicare all'escursionismo.

E, man mano che i programmi vanno a monte, il tempo che ho per poter raggiungere l'obiettivo di quest'anno, cioè punta Gnifetti, comincia a sgocciolare.

Urge una soluzione. Delle due l'una: o ricorro ad un rito contro il malocchio (il che lo escludo già in partenza), oppure vivo alla giornata, senza programmare più nulla. Zaino sempre pronto, sveglia sempre presto e, quando il tempo è propizio, si parte.

Buona la seconda: "carpe diem"

Monday, August 01, 2005

Nuvole

Esperimento.

Un giorno di questi, se dovete ammazzare il tempo, aprite la finestra e guardate il cielo. Se ci sono abbastanza nuvole (ed in Valsesia questa circostanza non è per nulla rara) uscite e cercate un posto tranquillo dove sdraiarvi (se non siete dotati di giardino, se non potete andare in un parco o non possedete una decapottabile, potete accontentarvi del balcone di casa vostra).

Mettetevi comodi, indossate un paio di occhiali scuri, alzate gli occhi.
Guardate le nuvole.
Vi consiglierei di far seguire una prima occhiata generale ad una più attenta. Scegliete un gruppo di nuvole da fissare: osservatene l'evoluzione, di forma e colore, gli spostamenti... Dopo un po', senza quasi accorgervene, vi ritroverete a seguire un flusso di pensieri un po' stravaganti, inusuali...

Almeno, a me capita così.

Da quando sono piccola, guardando il cielo, penso a come sarebbe poter salire su una nuvola. Il che è assolutamente insensato, perchè le nuvole sono vapor d'acqua e nessuno è riuscito ancora a smentire la legge di gravitazione universale...

Ma, guardando il cielo, immagino di poter salire su una nuvola, penso a che consistenza potrebbe avere, a come potrebbe essere al tatto, se là sopra c'è freddo e umido nonostante il sole che fa capolino...

...e penso a che cosa potrei vedere, guardando la terra o guardando ancora più su...

...e penso...

Beh, il resto ve lo risparmio. Innanzitutto per non annoiarvi. Poi, perchè sono cose mie, di cui sono un po' gelosa...

Sinceramente non so se questo sia ciò che capita a chiunque guardi le nuvole o se tutto sia dovuto alla mia fervida immaginazione.

Se è vera la prima ipotesi, provateci. Almeno quando dovete ammazzare il tempo.