Friday, September 30, 2005

Partenze

Tra poco più di dodici ore il mio stimato amico, nonchè assiduo lettore, nonchè artefice del blog "unounoduetrecinqueottotredici", nonchè "unsaccodialtrecose" decolla per l'Inghilterra, alla volta di Londra, dove frequenterà l'Università (mica male, eh?!?).

Beh, mi sembrava giusto comunicarlo a tutti i miei lettori.

E augurargli buon viaggio e tante belle cose per tutto... Insomma, i soliti, ma doverosi convenevoli!

E anche se ci separeranno 1200 Km (meno che andare a Messina!)... Beh, Internet è una gran bella cosa anche perchè ci fa sentire un po' più vicini!

A presto!

Finito!

Oggi alle ore 17,00 si è ufficialmente concluso il mio primo stage in laboratorio.

Bilancio positivissimo.

La ricerca mi ha sedotto... Spero sarà una relazione duratura!

Ma, come sempre, quello che mi ha dato di più sono state le persone che ho incontrato, la loro varietà ed unicità.

In fondo, ciò che mi affascina, da sempre, non è che un'unica cosa, che si esprime a vari livelli: la varietà della vita.

Got it!

Finalmente ho capito! Non riesco ad installare ALICE ADSL sul mio PowerBook per questo motivo. Grazie a Google, dove trovo sempre quello che cerco, e a chi mi ha suggerito questa quary.

Thursday, September 29, 2005

Evviva!

Forse i miei dati di laboratorio, dalla dubbia interpretazione, serviranno a qualcosa...Foese è prematuro dirlo, ma un ricercatore di torino, che sta lavorando nello stesso campo, vuole i miei risultati...:-)

A volte ritornano

Non molto tempo fa avevo già parlato di James Blunt e del suo album. Oggi ne parlo di nuovo. Non perchè abbia cambiato idea in merito alla qualità dell'autore. E', comunque, soltanto carino, al massimo. Ma in questi giorni una delle sue canzoni (quella che già dall'inizio è stata la mia "preferita") continua a tormentarmi (al fianco di quella del Liga).

Ora tento di rompere il sortilegio: vi riporto il testo, vi metto il link al sito, così la potete sentire e vediamo cosa succede...

...Però, in fondo, è proprio dolce...

Did I disappoint you or let you down?
Should I be feeling guilty or let the judges frown?
'Cause I saw the end before we'd begun,
Yes I saw you were blinded and I knew I had won.
So I took what's mine by eternal right.
Took your soul out into the night.
It may be over but it won't stop there,
I am here for you if you'd only care.

You touched my heart you touched my soul.
You changed my life and all my goals.
And love is blind and that I knew when,
My heart was blinded by you.
I've kissed your lips and held your head.
Shared your dreams and shared your bed.
I know you well, I know your smell.
I've been addicted to you.Goodbye my lover.

Goodbye my friend.
You have been the one.
You have been the one for me.

I am a dreamer but when I wake,
You can't break my spirit
- it's my dreams you take.
And as you move on, remember me,
Remember us and all we used to be

I've seen you cry, I've seen you smile.
I've watched you sleeping for a while.
I'd be the father of your child.
I'd spend a lifetime with you.
I know your fears and you know mine.
We've had our doubts but now we're fine,
And I love you, I swear that's true.
I cannot live without you.

Goodbye my lover.
Goodbye my friend.
You have been the one.
You have been the one for me.

And I still hold your hand in mine.
In mine when I'm asleep.
And I will bear my soul in time,
When I'm kneeling at your feet.

Goodbye my lover.
Goodbye my friend.
You have been the one.
You have been the one for me.

I'm so hollow, baby, I'm so hollow.I'm so, I'm so, I'm so hollow

Wednesday, September 28, 2005

T9

A me piacerebbe fare quattro chiacchiere con l'inventore del T9, un giorno.
Me lo metterei davanti. Gli offrirei un tè. Lui è sicuramente uno che non beve alcolici, lui sarà per forza uno che beve tè e un sacco di caffé.
Gli offrirei dei pasticcini, anche.
Aspetterei di vederlo addentare la ciliegia verde della frolla per bloccargli il polso e chiedergli:
- Ma ora, dimmi: come cazzo ti è venuto di mettere "vi" come prima
opzione al posto di "ti"?
Chi è che non ha mai ricevuto il famigerato sms ottocentesco "Vi passo a prendere stasera"?
E quando lui tossirà, si ingolferà, si batterà il petto e cercherà di arrivare con quella sua mano pallida alla tazzina di tè, io stringerei ancora di più la morsa e gli chiederei:
- E come cazzo ti è venuto di mettere "paura" come prima opzione rispetto a "scusa"?? ... "Paura, ero senza credito!".
Chi è che utilizza la parola "paura" negli sms? A chi pensavi come utente ideale? A Stephen King? Dimmelo.
A questo punto ingollerei anch'io un pasticcino per ostentare nervosismo.
E perché (sputando briciole di pasticcino) quando scrivo "tu" mi viene fuori "tv"? Che prendi, le mazzette dalla Rai?
A questo punto lui cercherebbe di bofonchiare qualcosa. Io lo interromperei bloccandogli anche l'altro polso. Alla mia coinquilina oggi è arrivato un messaggio che diceva: "Ti rifaccio gli ampliodoti per il meraviglioso sorriso!"
- Cosa sono gli ampliodoti, testa di minchia? I complimenti???
"Ampliodoti" n-o-n-e-s-i-s-t-e. Il tuo dizionario di merda è pieno di parole
che n-o-n-e-si-s-t-o-n-o. A questo punto gli toglierei la tazza davanti, mi alzerei e la metterei nel lavandino.
Così, per fare massaia. Con voce ferma gli direi (magari strofinandomi le mani sul grembiule):

- Il mio amico si chiama Savior. Ok, ha un nome di merda, siamo d'accordo.
Fatto sta che per colpa del tuo cazzo di T9 lui non si chiama più Savior, che è un brutto nome, si chiama Pathos, che è peggio.
E per dirti quante vite hai incasinato. Il mio amico Bernardo. Ok, un nome di merda anche quello, siamo d'accordo, infatti è amico di Savior. Bè il caro Bernardo stava tampinando una ragazza. Era riuscito ad avere il numero.
Le stava mandando il primo dannato messaggio galante per rompere il dannato ghiaccio. Il messaggio diceva: "Vi va se stasera andiamo a mangiare qualcosa e poi andiamo a ballare? Vi porto a Testaccio, c'è il mio amico che mette i dischi. Vi riaccompagno a casa io".
E a parte che sembra scritto da Mozart. Ma a parte. A un certo punto lo spazio era quasi finito, per cui Bernardo non si firmò "Bernardo", si firmò "Bern".

Peccato che il messaggio sia arrivato firmato "Afro", a sottintendere un individuo con una minchia di due metri intenzionato a concludere degnamente la serata sul divano.
Ovviamente la ragazza in questione non si è mai più fatta viva, e Afro si è fatto un anno di pippe.
A questo punto mi risiederei e lo fisserei negli occhi.
Uno scrive aiuto. E fin qui. Poi gli diventa aiutò. E fin qui. Poi diventa bitum. Sì, esatto, bitum. Intendi bitume? Sì, intendi bitume. E allora se conosci la fottuta parola bitume, perché non mi prendi "merda"?? Secondo te c'è più gente al mondo che scrive "merda" o che scrive "bitume"!?

Poi volteggerei sollevando la gonna e direi:
Oggi mi sento romantica: "Variazioni sul Ti amo".
1) "Vi con" (dislessia allo stato puro. Variante: un noto detersivo
d'importazione)
2) "Vi amo" (un po' demodé, ma pur sempre efficace)
3) "Vi amm" (vi amm, vi amm, 'ncopp viamm ià)
4) "Ti bon" (nota bistecca)
5) "Ti anm" (un volgare insulto in foggiano)
6) "Ti coo" (...pulo)
7) "Ti bom" (bo)
8) "Ti ano" (vabè)
9) "Tg com" (mazzetta da Canale 5)
10) "Tg cnn" (notizie dal mondo).

Perché? Non? Vai? Da? Un? Buon? Psicologo?
Dovresti smettere di fare questo lavoro. Dovresti fare un lavoro che più ti si confà.
E a questo punto lo porterei al lavandino e gli farei lavare la tazzina.

EDIT: quando la depressione aleggia qui nei laboratori, cominciano a girare queste mail... Almeno uno si tira su il morale. Che fa sempre bene!

Tuesday, September 27, 2005

Happy Birthday to Google



Grazie a Google per tutte le volte che ho avuto bisogno di informazioni, non sapevo dove sbattere la testa e "lui" non mi ha (quasi) mai delusa. Auguri!

Ho messo via

Da quando la Francy mi ha insegnato questa canzone a Colonia non ci avevo più pensatoo.

Ora è qualche giorno che la canticchio continuamente.

Forse perchè, alla fine dell'estate, prima di riprendere le lezioni, di partire per Milano, di sistemarsi nell'appartamento nuovo, si mettono via un bel po' di cose... E altre non si mettono via mai!

HO MESSO VIA (L. Ligabue)

Ho messo via un pò di rumore
dicono così si fa nel comodino c'è una mina
e tonsille da seimila watt.
Ho messo via i rimpiattini
dicono non ho l'età
se si voltano un momomento
io ci rigioco perchè a me... va.
Ho messo via un pò di illusioni
che prima o poi basta così
ne ho messe via due o tre cartoni
comunque so che sono lì.
Ho messo via un pò di consigli
dicono è più facile
li ho messi via perchè a sbagliare
sono bravissimo da me.
Mi sto facendo un pò di posto
e che mi aspetto chi lo sa
che posto vuoto ce n'è stato ce n'è ce ne sarà.
Ho messo via un bel pò di cose
ma non mi spiego mai il perchè
io non riesca a metter via te
Ho messo via un pò di legnate
i segni quelli non si può
che non è il male nè la botta
ma purtroppo il livido.
Ho messo via un bel pò di foto
che prenderanno polvere
sia su rimorsi che rimpianti
che rancori e sui perchè
Mi sto facendo un pò di posto
e che mi aspetto chi lo sa
che posto vuoto ce n'è stato ce n'è ce ne sarà.
Ho messo via un bel pò di cose
ma non mi spiego mai il perchè
io non riesca a metter via te
In queste scarpe
e su questa terra che dondola
dondola dondola dondola
con il conforto di
un cielo che resta lì
Mi sto facendo un pò di posto
e che mi aspetto chi lo sa
che posto vuoto ce n'è stato ce n'è ce ne sarà.
Ho messo via un bel pò di cose
ma non mi spiego mai il perchè
io non riesca a metter via
riesca a metter via,
riesca a metter via te

PowerBook

Il mio PB è davvero bellissimo, mi fa essere sempre più fiera dell'investimento, anche se mi è costato un po' di risparmi...Insomma, ne vale la pena.
Ecco qualche perchè:

a. E' piccolo e comodo. Sta in quelle belle cartellette rigide della Kaos, che fanno sempre la loro figura... Mi sa che ne comprerò al più presto una nuova.
b. E' semplice: ci metti mezz'ora a leggere le istruzioni e poi...
Beh, poi è tutto da sperimentare... Ti appassioni sul serio, non ti staccheresti più.
c. L'interfaccia utente è bella, bellissima e facilissima da capire...
d. La grafica è spettacolare, le applicazioni ancora meglio.
e. La batteria dura almeno 3h e 30min.

Insomma, davvero figo.

Il mio primo gel!

Ho un attimo di pausa tra un esperimento e l'altro ed una voglia matta di scrivere, finchè qualcuno non ha bisogno del computer per più nobili scopi!

Questo, sperando che riusciate a visualizzare l'immagine, è la mia prima elettroforesi su gel.


Ora ve la commento in termini tecnici, che è divertente, tanto per tirarmela (tranquilli, tra parentesi vi spiego tutto)

Dunque, nella lane (colonna) più a destra ho fatto correre (cioè ho separato applicando un certo voltaggio) un marker di Peso Molecolare (un insieme di frammenti di DNA di diversa lunghezza, a cui riferire gli altri pezzi di DNA).

Le prime due lane sono quantità diverse (una preparazione midi e una mini) del mio plasmide purificato (in realtà le ombre sono un po' di sporco, un po' di proteine, ma non siamo in un mondo perfetto).

Nella terza lane ho caricato il mio plasmide tagliato in un punto. La banda che si vede corrisponde al plasmide, che di solito è circolare, linearizzato dopo il taglio.

Nella quarta corsia ho caricato il mio plasmide tagliato in due parti. Le due bande, di cui quella più in basso, cioè più leggera, non si vede bene, se sommate, hanno un peso pari a quella della terza lane, che scende più lentamente.

Ho quantificato il DNA e verificato la purezza.

Oggi lo transfetto (vedo di farlo entrare) in due linee cellulari di mieloma e in una di carcinoma umano.

Speriamo in bene.

Spero di non essere stata troppo noiosa... Per me è divertentissimo!

Sunday, September 25, 2005

Gli amori difficili

Ho già parlato di questo libro poco tempo fa. Ho già scritto la mia impressione. Ho già detto che il mio racconto preferito della raccolta è "L'avventura di un automobilista".

Però non avevo ancora capito bene il perchè, fino ad oggi.

Mi piace questa raccolta perchè la si può leggere, merita anche solo per questo, ma la si può anche vivere (e non sono molti i libri che lo permettono).

Mi piace "L'avventura di un automobilista" perchè, più di tutti gli altri racconti, parla di me. Perchè è l'avventura che sto vivendo e perchè dà una chiave di lettura alla mia esperienza assolutamente inaspettata, ma molto vera.

Mi piace perchè mi parla, perchè il messaggio che leggo mi rassicura e mi coccola un po', quando mi ripete che amore non vuol dire, necessariamente, raggiungere una meta, ma anche semplicemente essere in viaggio verso qualcuno. Anzi, essere reciprocamente in viaggio, senza toccarsi, immaginando, sperando, avendo la consapevolezza di passarsi accanto.

Esiste amore anche quando le strade di due persone non si incontrano, non si intersecano o, addirittura, si separano o corrono parallele come le corsie di un'autostrada.

La cosa eccezionale è che esiste amore (concretamente, non in senso platonico!) fino a prova contraria.

Birra o gelato...

Un consiglio per tirarsi un po' su:

Birra o affogato al caffè?

Vorrei entrambi, ma dipende dalle quantità, dal dosaggio. Gli effetti possono essere molto diversi.

Visto quanto la mamma ha cucinato a pranzo, direi birra...

Però sono indecisa.

Peccare di superbia

"Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguire virtute e conoscenza...

de' remi facemmo ali al folle volo,
sempre acquistando dal lato mancino."


A volte ci si sente proprio come Ulisse (su più piccola scala, si intende). Soprattutto se, come me, si amano le sfide e si ha una grande fiducia nelle proprie capacità. Forse troppa. E si pecca di superbia, si cade e ci si fa un po' male...

Ma, in fondo, anche Dante non sembra condannare Ulisse per il peccato capitale in sè(che, nonostante tutto, nella figura del leone, ha intralciato il Sommo Poeta nel suo cammino -cfr. Canto I-). Non c'è, nell'Inferno, un girone dedicato ai superbi, in fin dei conti. Forse anche Dante non si sentiva la coscienza a posto.
Perchè, in fondo, tendere ad obiettivi grandi, con sconsideratezza, forse, è ciò che spinge l'uomo a riconoscere i propri limiti... E a tentare di superarli...
Ed è l'unico modo con cui possiamo allontanarci dalla "bestialità" ed accentuare il lato più nobile della nostra natura, quello più "divino"...

Anche se a volte capita di farsi male, perchè siamo limitati, perchè l'obiettivo supera le nostre capacità, non si può non provare. Avere coraggio, fiducia e buttarsi.

Non sono, alla fin fine, i superbi, ma gli ignavi e i pigri e gli accidiosi che vengono relegati nell'Inferno.

Saturday, September 24, 2005

Poesia

Prima di tutto l'uomo!

Non vivere su questa terra
come un estraneo
o come un sognatore vagabondo.

Vivi in questo mondo
come nella casa di tuo padre
credi al grano, alla terra, al mare,
ma prima di tutto credi all'uomo.

Ama le nuvole, le macchine, i libri,
ma prima di tutto ama l'uomo.
Senti la tristezza del ramo che secca,
dell'astro che si spegne,
dell'animale ferito che rantola,
ma prima di tutto senti la tristezza
e il dolore dell'uomo.

Ti diano gioia tutti i beni della terra:
l'ombra e la luce ti diano gioia,
le quattro stagioni ti diano gioia,
ma soprattutto, a piene mani,
ti dia gioia l'uomo!

[Nazim Hilkmet]



EDIT: a volte mi sembra che queste parole descrivano una delle cose più difficili al mondo... Ma forse è ciò che di più sensato io possa fare nelle mia vita.

Friday, September 23, 2005

Scaramanzia

Si dice che, se ti passano una scopa sopra le scarpe, non ti sposi.

Aggiungono che, se ti passano un'aspirapolvere sopra le scarpe, ti sposi, ma solo con un ingegnere elettronico.

Ora, io non sono per nulla scaramantica, anzi... Però, se l'avessi saputo prima e avessi avuto facoltà di scegliere... Avrei preferito di gran lunga l'aspirapolvere.

E voi?

Diario di bordo

Questa settimana di laboratorio mi ha veramente assorbito completamente (come, credo, abbiate dedotto dalla mancanza assoluta di nuovi posts).

Primo, ho tentato di replicare uno delgi esperimenti che ho fatto fino a questo punto.
Si tratta di far morire una linea cellulare di linfoma con lo stesso trattamento che si usa in clinica. E' una cosa piuttosto importante, quantomeno per verificare quanto questo "modello" ed i relativi esperimenti "in vitro" siano simili a ciò che si ossrva "in vivo".

RISULTATO: non viviamo in un mondo perfetto e le cose non vanno sempre come vorremmo, purtroppo.
Così uno passa una settimana a preparare un esperimento per verificare i risultati il venerdì mattina, fa tutto il possibile per far andare bene le cose, ma alla fine ciò che ottiene è un po' inaspettato ed un po' delidente...
Beh, è un'esperienza almeno "temprante". Magari la settimana prossima replico.

In più ho cominciato a lavorare con i batteri, per far replicare ed estrarre un plasmide che contiene una sequenza di DNA che voglio studiare.
Sono carini, i batteri. Si replicano velocemente, una volta ogni 20 minuti, e, quindi, crescono tantissimo.
Nel caso specifico sono degli Eschirichia Coli, quelli che la Marcuzzi cerca di preservare mangiando l'Activia e che sono così tanti nel nostro tratto digerente (10 alla 14 contro 10 alla 12 cellule -più o meno- che compongono il nostro corpo) che il mio celeberrimo prof. di Biologia ed Anatomia si chiede se siamo noi ad ospitare loro o se sono loro che ci usano come mezzo di trasporto.

Beh, peccato che, alla fine devo lisarli per estrarre il materiale genetico.
Ma almeno danno più soddisfazione delle cellule.

Mercoledì sono anche andata in stabulario. E' un'esperienza un po' strana. Cioè, uno pensa che sia come andare in una fattoria. In realtà, soprattutto perchè le cavie vengono usate per studi di immunologia, bisogna evitare qualsiasi contaminazione.

Ed allora ci si munisce di (nell'ordine di comparsa):

Un paio di soprascarpe di plastica azzurrina;
un paio di guanti;
Un paio di soprascarpe in tessuto autoclavabile;
una tutina tutta d'un pezzo, idem come sopra;
cuffietta;
mascherina;
un terzo paio di soprascarpe come il primo;
un secondo paio di guanti.

Poi si passa sotto un flusso di aria filtrata e si è pronti.

Ci sono topi di tutti i tipi e per tutti gli usi: grandi, piccoli, sani, malati, con geni in più od in meno rispetto agli standards... Insomma, c'è l'imbarazzo della scelta... Anche nel tipo di esperimenti a cui sottoporli...

E qui concluderei il post, per non ferire la sensibilità di qualche mia lettrice...

Beh, una settimana niente male, direi...

Ed è incredibile, siamo già a quattro di cinque!

Mi sa che rimpiangerò tutto questo... o, piuttosto, tenterò di continuare!

Eravamo rimasti...

...dunque, riprendiamo le comunicazioni...

Prima di tutto segnalo una new entry tra i bloggers.

Dopo un'opera di convincimento lunga un viaggio Borgosesia-Bellinzago andata e ritorno, anche la mia amica Lindina ha creato un blog tutto suo.

Ora aggiungo l'indirizzo tra i links, non dimenticate di visitarlo!

E' arrivato!

Stasera, nonostante il sonno, nonostante le altre innumerevoli cose da fare, non ho resistito. Rincaso alle 20 circa da Milano, cena, quattro parole con mamma, papà e nonna, doccia e subito a scartare l'imballaggio del mio nuovo PB: è fighissimo!

Ora sto provando ad installare Mac OS X e relative applicazioni, spero di non fare danni!

Sunday, September 18, 2005

Rassegna stampa 2

Elezioni in Afghanistan, un po' di numeri:

12 milioni: le persone registrate per il voto;
2.700: i candidati;
Almeno 2: le rappresentanti femminili elette per ciascuna delle 34 province;
160: i milioni di dollari che la comunità internazionale ha stanziato per il regolare svolgimento del voto.

Oggi è un giorno importante.

Rassegna stampa 1

Prima di morire, Giovanni Paolo II non avrebbe detto, rivolgendosi ai giovani, "Vi ho cercato e voi siete venuti a me, per questo vi ringrazio".

Poco male. Come se le parole valessero di più della testimonianza di una vita.

Pensierino della sera (ergo oggi ho scoperto che...)

Quando si ama, non ha senso parlare di pregi e difetti.

A mio avviso, scopriamo di amare davvero qualcuno quando capiamo che non esistono che qualità:

quelle che ci risultano assolutamente perfette ed amabili sin da ora e le quelle che, man mano, con il passare del tempo, capiamo essere altrettanto perfette ed impariamo ad amare.

Saturday, September 17, 2005

17

Esattamente 2 anni fa, nel tardo pomeriggio, la sottscritta guadagnava ufficialmnete il diritto di entrare a far parte della percentuale di donne che danno adito al detto (tristemente vero, a mio parere) "Donna al volante, pericolo costante."

Questo significa che, tra 365 giorni, potrò schiodarmi dal limite (teorico) di 100 Km/h in autostrada (che, più che assicurare sicurezza, assicura un'elevata probabilità di venire tamponati).

Da quel "lontano" giorno di settembre, il 17 è diventato il mio numero fortunato.

Tempo

"se un giorno o una notte un demone strisciasse dentro la tua più solitaria solitudine e ti dicesse: "questa vita, questo che adesso tu vivi ed hai vissuto, dovrai viverla ancora una volta e un numero infinito di volte; e non vi sarà niente di nuovo, ma tutto ritornerà, ogni dolore e ogni piacere, ogni pensiero ed ogni sospiro, ogni cosa piccola o grande, e tutto nello stesso ordine... anche questo ragno, e questo chiaro di luna tra gli alberi, ed anche questo momento, ed io stesso" […] Non ti getteresti per terra digrignando i denti e maledicendo il demone che così ha parlato? […] Se quel pensiero si impadronisse di te, farebbe di te un altro da quello che sei. Di fronte a tutte le cose ti porresti la domanda: "Vuoi questo di nuovo e per innumerabili volte? ", e questa domanda graverebbe come un peso tremendo su ogni tuo atto".

[F. Nietzsche, aforisma 341° de La Gaia Scienza]


...Dell'eterno ritorno si parla quasi sempre in termini di gravità, pesantezza, responsabilità.
Per me Nietzsche non intendeva questo. Il suo metro di giudizio dell'azione, per me, è molto più positivo ed incoraggiante:
"Fai in modo che ogni attimo sia così unico e bello, da renderlo degno di essere rivissuto in eterno."
Per questo trovo l'idea dell'eterno ritorno estremamente affascinante...e piacevole.

Friday, September 16, 2005

Cambio portatile

A parte che la spett.le ditta Apple ha pensato bene di non spedirmi il Powerbook fino alla settimana prossima, sto tentando, da ieri, di fare ordine nel mio vecchio PC. E l'unica sensazione che ho è una perfetta incapacità.

Apro risorse del computer, sposto i miei documenti (che occuperanno qualche centinaio di Mega) due o tre programmi scaricati qua e là (in tutto il 2 o 3% della memoria totale del disco fisso) e fin lì tutto ok.
Poi comincio a domandarmi: "E il resto?".

Di computer capisco proprio pochissimo, quasi niente. Leggo nomi mai sentiti e una domanda sorge spontanea: "Che cosa serve questa roba?".

Spero di limitare i danni.
Forse non è stata proprio una grande idea l'acquisto via Internet. Forse...

Cioccolato

Se vi piace il cioccolato, quello fondente ed i gusti forti in generale, non potete non provare questo.

E' già diventato il numero uno della mia "Eat parade".
Peccato che lo si trovi solo su internet, in autogrill o da Carrefour.

E' ottimo già di suo, ancor meglio se lo gustate guardando questo film.

EDIT: il cioccolato è cioccolato, cioè sinonimo di calorie. Ma questo è senza zucchero, senza latte e, a quanto c'è scritto, senza colesterolo (crediamoci?!?). E poi il peperoncino fa bene alla circolazione. Quattro buoni motivi addizionali per consumarlo. Con parsimonia, perchè è un po' caro. Non si può avere tutto.

Thursday, September 15, 2005

Gli amori difficili

Un libro spettacolare.

"Se queste sono, per la più parte, storie di come una coppia non si incontra, nel loro non incontrarsi l'autore sembra far consistere non solo una ragione di disperazione ma pure un elemento fondamentale -se non addirittura l'esistenza stessa- del rapporto amoroso"

Dalla nota introduttiva di Calvino alla prima edizione


Non c'è altro da aggiungere. Leggetelo!

Mi auguro che vi faccia scoprire ed apprezzare un Calvino che ancora non conoscete!

Il subappalto degli affetti

"La responsabilità affettiva sta celermente passando all'economia di mercato"

[Filippo Facci, Il subappalto degli affetti, Il Giornale, 15.09.2005]


Un bellissimo occhiello, per tornare a parlare di economia di mercato e anche di altri argomenti, più o meno correlati.

In fin dei conti, l'idea che continuo ad avere in testa è sempre una: il più grave errore, che sta davvero minando dalle fondamenta il sistema capitalista, che lo sta denaturando, allontanandolo dai presupposti originari, è la venerazione del "dio denaro".

E' una dato di fatto, una constatazione che non può essere taciuta.
Anche se mi rifiuto di credere che sia una conseguenza ineluttabile di un sistema economico intrisecamente corrotto o corruttibile.
E' proprio questo concetto che non sono ancora riuscita a focalizzare: a me tutto quello che viene definito "connaturato ed inevitabile" puzza. Non ci credo, ma non perchè sia un'incurabile idealista per cui tutto è buono e tutto è bello.
Al contrario, perchè credo nella responsabilità individuale, di cui ha senso parlare solo se, come premessa, vi è la libertà individuale.
Per questo preferisco vivere in un mondo non perfetto, in cui per agire bisogna, per forza, essere pronti a guardare in faccia ciò che non mi piace per tentare di migliorarlo.
Per questo preferisco vivere in un sistema imperfetto, in cui, però, sono io ad essere responsabile delle mie scelte. In cui non posso dare la colpa a nessuno, non posso accusare "il sistema", se sento di aver agito male.
Preferisco vivere in un sistema imperfetto, riflettere su ciò che vedo, tentare di agire diversamente, cercare e trovare risposte ai miei dubbi.
Preferisco poter scrivere questo post.

Dunque, torniamo all'idea originaria, dopo questa lunga digressione.

Strettamente correlato alla venerazione del "dio denaro", a mio parere, vi è il "miraggio del domani". Quel fenomeno per cui "meglio una gallina domani con anche l'uovo a cui oggi ho rinunciato". Se no non mi spiegherei le 70 ore settimanali citate nell'articolo.
"Domani, un giorno, quando sarò ricco, quando avrò tempo, quando sarò in pensione...". Viaviamo protratti nel futuro. L'"oggi" ha più senso se, nella nostra testa, può diventare "ieri". Il lavoro fa parte dell'oggi, il piacere del domani.

Se mi chiedessero, un giorno, "Lavorare per vivere o vivere per lavorare"? mi metterei a ridere. Che senso ha contrapporre vita e lavoro? Non si vive quando si lavora? C'è una vita più vita, una vita più vera e una vita di seconda classe, che merita un po' di meno? L'oggi di cui fa parte il lavoro non è vita?

Siccome, poi, siamo sempre intrinsecamente insoddisfatti, finiamo sempre per vivere, -anzi, non vivere- in attesa. Del domani, della vita vera. Un circolo vizioso.

Cerchiamo di venirne fuori. La vita è vita. Il lavoro è un aspetto della nostra vita, importante. Forse un po' troppo, perchè niente gira più senza denaro, perchè vorremmo sempre di più, ma pur sempre un aspetto. E va valorizzato. Il lavoro è un' occasione per vivere, il che significa imparare, crescere, scoprirci, migliorarci, metterci in gioco, in dicussione, intessere relazioni. E, ancora, faticare, sudare, far fruttare il nostro tempo, per coloro a cui teniamo, per il futuro, anche, è vero, ma anche per noi stessi. Per vivere qui ed ora.

Dobbiamo essere onesti, smetterla di vivere aprendo parentesi che non siamo mai in grado di chiudere.
In fin dei conti, dobbiamo smettere di credere che tutto dipenda dal "che cosa" facciamo e non dal "come".

Una "esse" che fa la differenza

"Molto spesso tutto comincia con il bisogno di vivere la propria vita attraverso quella di un altro. Rinunziare a se stessi, per facilitare la realizzazione dell'altro [...]. Il sacrificio di sè significa molto spesso infliggere tremendi sensi di colpa nel beneficiario, e di conseguenza lo si manipola, lo si controlla. Se debbo scegliere fra le due madri stereotipo della storiella ebraica- quella che dice al suo piccino "Finisci la colazione altrimenti ti uccido" e quella che dice: "Finisci la colazione altrimenti mi uccido"-, sceglierei il male minore, e cioè non finire la colazione e morire, piuttosto che non finire e trovarmi per il resto della vita attanagliato dal senso di colpa."

[Amos Oz, Contro il fanatismo]


Io, invece, penserei se non sia opportuno finirla, la colazione. E' il pasto più importante della giornata.

Pessima battuta, giusto per dire che, nonostante questo libro sia stato caldamente consigliato anche dalla sottoscritta, questa volta non sono proprio d'accordo con il suo autore.

Forse perchè io credo in un Uomo che si è fatto inchiodare ad una croce proprio per me.

Diversità di vedute.
Ci pensavo stamattina, mentre camminavo per strada. E pensavo a come una "esse" possa fare la differenza.

Sì, per me i due punti di vista (quello dello scrittore israeliano e, agli antipodi, il mio) hanno due nomi simili, differenti solo per una lettera sibilante. Definirei ottica del "ricatto" la sua, ottica del "riScatto" la mia.

Nell'ottica del ricatto, devo darne atto, il discorso non fa una grinza. Il sacrificio è uno strumento subdolo, che, sotto una parvenza di amore incondizionato, nasconde tanto egoismo. In fondo, la mamma ebraica della storiella, quella che minaccia di togliersi la vita per la disobbedienza del figlio, sembra che lo faccia per il bene che vuole alla sua creatura. In realtà, il messaggio è un altro: "Se tu mi vuoi bene davvero (ecco l'egoismo palesato!), se tu vuoi più bene a me che alla tua libertà, allora fai quello che ti dico". Ricatto è ricatto, non si può obiettare.

Ma esiste un altro tipo di sacrificio ed è quello in cui credo, quello che orienta la mia vita. E' un sacrificio che non lascia spazio ai sensi di colpa, anche se, per lungo tempo, molti hanno fatto in modo che i più soggiacessero al loro volere, gravati da questa presunto peccato imperdonabile. Gli ebrei in primis ne sono stati accusati per secoli. In un certo senso la visione di Oz è del tutto sensata.
Ma torniamo all'ottica del riScatto, del sacrificio che non "attanaglia con i sensi di colpa i beneficiari".

Che cosa c'è di diverso? Sempre di sacrificio si tratta, questo è vero. In apparenza non cambia nulla: i due gesti sono del tutto equivalenti. Ma il significato è ben diverso. Quell'Uomo, che si è fatto crocifiggere proprio per me, sta dicendo: "Guardami, per Me tu sei così sommamente importante, così pieno di potenzialità, che non posso permettere che tu continui ad ignorare il tuo valore. Convinciti che tu sei degno di essere amato, tu meriti un amore incondizionato."

E' quando io mi sento amata, quando mi sento importante (che, in fondo, non è altro che la risposta più profonda al desiderio di felicità innato in ciascuno di noi) che non riesco proprio a farmi prendere dallo sconforto. Guardo al sacrificio e mi dico che devo imparare a credere in me stessa, devo rimboccarmi le maniche, devo mostrare al mondo il mio valore. Il valore di una persona che scopre, grazie ad un sacrificio, di essere amata.
Niente senso di colpa, solo tanta voglia di mostrare a chi mi sta accanto, grazie ai miei piccoli sacrifici, quanto ciascuno valga, quanto ciascuno meriti di essere amato.

Sunday, September 11, 2005

Saturday, September 10, 2005

Ricorrenze, segni, empatia...

Mi affascina da sempre la possibilità di credere nei segni.
Sono un pretesto eccellente per stare attenta, osservare quel che mi circonda, tentare di interpretarlo.

In certe occasioni, poi, i segni sono talmente insistenti che non possono passare inosservati.

Questo è uno di quei periodi particolarmente pregi.

Da un po' di tempo ci sono almeno tre cose che, di tanto in tanto, mi perseguitano.

1) La prima è una parola: SERENDIPITY.

E' un termine che ho usato spesso quest'anno.
Forse perchè un chiaro esempio di serendipità è la scoperta della penicillina, che, per un futuro medico, non sono bazzecole.

Poi, ieri mattina, sfogliando il giornale, ho buttato l'occhio sui programmi TV per la serata. Tanto per vedere se, con l'autunno che comincia a farsi strada, le proposte migliorano. Leggo che su raiuno, alle 21,00, danno un film intitolato "Serendipity" e mi ricordo di aver già sentito questo titolo, di ricordare un po' la trama. Insomma, mi è venuta voglia di vederlo.

Niente di che. Una storia un po' romantica, un po' melliflua, stravagante ed assurda nonostante il ritmo sia troppo lento per rendere davvero un effetto dirompente.
Fantastica ambientazione, New York è sempre un bello sfondo per una storia d'amore. Bella colonna sonora. Ottime le ultime due scene.

Tutto sommato, un film mediocre, può darti molti spunti. Che ti fanno ricordare, rimarcare particolari della tua vita che sono passati inosservati. Giusto per rimanere in tema di segni che rimandano ad altri segni, almeno due frasi degne di nota.

Prima citazione. "Serendipity ha il suono giusto per quello che vuol dire". Proprio l'unica cosa che ritengo di poter dire per definire questa parola. Una frase che userò d'ora in avanti, se dovessi scrivere, per caso, in un commento, qualcosa sulla serendipià.

Seconda citazione. "Il Padrino parte seconda, ottimo film. Ma per quanto a uno possa piacere Il Padrino parte seconda, per capirlo devi vedere il Padrino parte prima". Sì, "Il Padrino", un film che merita davvero di essere visto e rivisto.

2) Appunto, la seconda cosa che mi perseguita in questo periodo è proprio questo film epocale, "Il Padrino". E' un po' scandaloso che io, in vent'anni, non l'abbia mai visto. Urge rimediare.

Ma il più incredibile, il più piacevole segno che mi "perseguita" in questo ultimo periodo è

3)la sensazione, molto forte, di essere in assoluta empatia con qualcuno.
Quel sentire di essere sulla stessa lunghezza d'onda, in ARMONIA, in un certo senso.
Esattamente quell' "idem velle" che affascinava tanto i latini.

Perchè non è certo comune imbattersi due volte in un giorno nella "serendipità", in due contesti completamente diversi.
Anzi, semplicemente, non è comune scoprire di non essere la sola ad avere in testa quesa parola.

E, ancora, è estremamente raro che, per associazione di idee, ci si trovi a non essere l'unica a collegare il termine con un libro.

Segni che rimandano segni.

Tutto mi ha fatto ricordare un romanzo che parla di segni. Un libro carino, non eccellente, ma che fa sempre piacere rileggere. Non tanto per la storia, la prosa, non è letteratura di alto livello, ma per il "sapore che ti rimane dopo averlo letto"...Quel sapore che, a ricordarlo, mi fa sorridere...

...e che mi spinge a credere davvero nei segni.

Nonni

Come per tutte le cose, forse per questa in particolare, non si può capire a pieno che cosa significhi diventare anziani, essere "nonni" se non lo si vive in prima persona.

C'è qualcosa di inafferrabile, credo, sia per chi lo vive, quanto per chi lo vede dall'esterno, nel vivere un'età della vita in cui i sentimenti e le emozioni che si provano sono più dirompenti delle capacità di esprimerli.

E' una continua sfida: amare, gioire, aver paura, soffrire come e, a volte, più di quanto si sia mai fatto e sentire che le forze vengono meno. Capire che lo spirito è grande più del corpo.

Per essere nonni bisogna imparare di nuovo ad accettare i propri limiti. Bisogna accettare, per una seconda volta, di avere qualcuno cui affidarsi completamente. Bisogna recuperare tanta umiltà e tanta caparbietà, mettere da parte un po' il proprio orgoglio.

Si deve imparare tanto.

Per questo i nonni hanno quei loro modi particolari di mostrare il proprio affetto. Quei gesti piccoli e consueti che mi stupiscono e mi fanno un po' commuovere. Che mi fanno sentire infinitamente importante. Che mi spingono a dare tutto quello che posso perchè non manchi loro niente.

Tutte cose che spero di apprendere, conservare e ricordare se avrò la possibilità, un giorno, di capire davvero cosa significhi essere nonni.

Finalmente!

Dopo molto temporeggiare, oggi ho finalmente acquistato il mio nuovo portatile (Powerbook 12" Combo) on line.

Bello, piccolo, leggero...

Un ottimo regalo per festeggiare il mio anniversario.

Anniversari

Esattamente un anno fa, più o meno a quest'ora, ricevevo la meravigliosa notizia di essere stata ammessa al Corso di Laurea Specialistica in Medicina e Chirurgia presso l'Università Vita-Salute San Raffele di Milano.

E' una delle migliori cose (forse non la prima in assoluto, ma sicuramente in zona "podio") che mi sia capitata negli ultimi 365 giorni. Un sogno che sto avverando...

Sento che ho una gran voglia di festeggiare l'avvenimento!

(E questo sabato radioso è proprio un invito a nozze...)

Limiti e progresso

" Anche se non li condividiamo, i problemi etici sono come ogni altra obiezione, non necessariamente morale, suscitata dal nostro lavoro: ci fanno un gran bene, a noi ricercatori. Ci spronano a esplorare alternative che altrimenti non ci sarebbero venute in mente o che avremmo scartato a priori come perdite di tempo, visto che c'erano altre soluzioni a portata di mano."


[A.L. Vescovi, La cura che viene da dentro, Mondadori]

Leggendo questa notizia, gli do ancora più ragione.

Brevemente, per quanto sia giusto essere sintetici in questi casi, la questione è questa. La legge 40 impedisce l'analisi preimpianto degli embrioni (ovuli fecondati), cioè impedice l'impianto selettivo di quelli più "adatti" dal punto di vista del corredo genetico. Ergo non consente di scegliere chi è meglio far nascere e chi no.

Il limite di questa legge, ovviamente, è che, per i portatori di malattie genetiche, avere un figlio che, in percentuale più o meno alta, può essere affetto dallo stesso male, equivale a firmare una potenziale condanna alla sofferenza del nascituro.

Quello che la legge non vieta, invece, è l'analisi degli ovuli non fecondati. O, meglio, dei globuli polari, che, in un certo senso, sono materiale di "scarto" espulso durante il processo di maturazione degli ovuli. I globuli polari contengono una copia del materiale genetico identica a quella del gamete che sta maturando. Come una specie di negativo fotografico.

Qualcuno potrebbe chiedersi dove stia la differenza.
Non è un problema di tempistica, una sottigliezza burocratica come potrebbe apparire.

La differenza è sostanziale.

A mio parere, esiste una diversità paragonabile a quella che intercorre tra l'uso dei contraccettivi e la necessità di abortire.

E a me non sembra una pura formalità.

Acquisti on line

Gli acquisti on line mi ispirano sempre poco (soprattutto se i costi sono alti), sebbene non abbia mai avuto alcuna fregatura...

Però, leggendo questo, mi vien voglia di fidarmi...

Friday, September 09, 2005

Miss UK musulmana

Non invidio particolarmente chi partecipa a concorsi di bellezza.
Solitamente, anzi, permango nella più completa ignoranza dell'argomento.

Ma che questa ragazza sia stata eletta Miss UK, questa volta, mi interessa.

Per qualcuno è uno dei modi con cui gli inglesi hanno risposto al terrorismo.

Probabilmente, vista la bellezza, credo sarebbe stata eletta comunque, a prescindere dagli attacchi che si sono susseguiti dal 7 luglio in poi.

Non so quanto sia credibile attribuire a questo risultato un valore politico.

Ma continuo, comunque, a domandarmi se in Italia sarebbe accaduta la stessa cosa.

EDIT: come ha giustamente sottolineato Pietro, la notizia si riferisce a Miss Inghilterra. (se, magari, prima di scrivere avessi letto quella "discreta" fascia fucsia nella foto...).

Sliding doors

Avete mai visto "Sliding Doors"?

Beh, se non ve lo ricordate, o non lo avete visto, ve lo riassumo brevemente. Lei (Gwineth Paltrow) perde e/o prende la metro per un millisecondo... E le crolla il mondo addosso, in entrambe le ipotesi.

Beh, quante volte avete vissuto situazioni che vi hanno fatto esclamare
"Se solo avessi fatto..., non avrei perso quel treno!"?

A me capita spesso di rifletterci.

Ma oggi mi è successo qualcosa che mi ha fatto anche pensare: "Beh, ma è sarebbe stato proprio così importante prendere quel treno?".

In fondo, la risposta è no, se ciò (o chi) pensavi di aver "perso" è lì che ti aspetta!

A volte capita anche questo, per fortuna!

Thursday, September 08, 2005

Sulle proprie gambe

In questi giorni, in laboratorio, ho cominciato davvero a fare qualcosa da sola...

Non avrei mai creduto fosse così, direi, senza tradurre, "challanging"...

Se provo a ricordare quello che immaginavo a priori, prima di immergermi in quest'esperienza, mi viene da sorridere... Sentivo che avrei fatto grandi cose...

E grandi cose le sto davvero facendo, ma completamente diverse da quelle che credevo...

Sto imparando ad affrontare gli imprevisti, ad armarmi di umiltà e chiedere quando sono insicura (nessuno nasce imparato), ma anche ad affinare i sensi, ad aguzzare l'ingegno...

Sto imparando la cura per le cose, l'amore per le sfide più impegnative.

E quando mi sento piccola ed inadeguata, quando credo di non farcela, quando le cose non vanno come vorrei, penso sempre che c'è qualcuno che ha fiducia in me, che spende il suo tempo prezioso per darmi la possibilità di imparare, stringo i denti e vado avanti.

Perchè non c'è niente di più stimolante, per me, che sentirsi stimati e non deludere le aspettative.

1000 e 1 motivi per dire GRAZIE

Ebbene, è giovedì un'altra volta, ci dirigiamo rapidamente verso il weekend, verso il meritato riposo, verso la conquista di un po' di tempo per scrivere qualcosa di interessante su questo blog, per coltivare un po' di cose lasciate da parte...

Ma, prima che le cose importanti mi passino di mente, devo assolutamente scrivere due righe che, da un po' di giorni, premono per trovare spazio.

Questa settimana ho un sacco (1000 e 1) motivi per dire grazie.

Grazie a Silvia, che mi ha dimostrato quanto sia importante dire la parola giusta al momento giusto.
Grazie per le persone con cui lavoro, che mi sopportano e, soprattutto, mi supportano. Grazie perchè sono tante e diverse tra loro e uniche nel loro genere.
Grazie perchè mercoledì mattina in metropolitana ho incontrato una persona davvero gentile.
Grazie perchè questa settimana mi ha fatto capire che, se nessuno basta a se stesso, io non faccio eccezione.
Grazie perchè quando mi sono sentita delusa, ho scoperto che nulla, per quanto "definitivo" possa apparire oggi, domani probabilmente non lo sarà.
Grazie per le telefonate, per i messaggi, per le mail...

Grazie per tutto quello che avrei dovuto ricordare, ma che ho dimenticato di scrivere.

Wednesday, September 07, 2005

Economia di mercato II

Questo post è conseguenza del precedente, che porta lo stesso titolo, e del relativo commento di Giacomo.

Non ho intenzione di "chiosare" punto per punto quello che lui ha scritto, perchè finirei per essere faziosa: ognuno tende a leggere ciò che fa comodo, ad usarlo per i propri scopi e si finisce per diventare davvero meschini.

Però il suo commento mi è servito come spunto, per dare una forma decorosa a molte idee, che ho celato dietro un post scritto con leggerezza e superficilità volute, forse eccessive, e che ora devono essere espresse chiaramente. Spero di riuscire a farlo qui, in questo blog, d'ora in avanti.

Partiamo da una considerazione.
Per quanto non ci piaccia, ci faccia sentire insicuri, ci irriti, per quanto tentiamo di affermare il contrario, non viviamo in un mondo perfetto. Forse, per fortuna, perchè nessun uomo è perfetto. Almeno nella vita reale.
Al massimo possiamo elaborare idee e sistemi che, nella nostra mente, nella mente di molti, possono apprire tali. Ma appena tentiamo di concretizzarli cominciano a stridere. E se non stiamo attenti, se perseveriamo, tappandoci le orecchie, le nostre idee perfette diventano delle perfette sciagure.

E' la storia di ogni totalitarismo, di ogni dittatura e forma di intolleranza.

Ma c'è, secondo me, un errore ancora più grave, che commettiamo, di solito, quando ci accorgiamo di quanto ho appena detto.

La definirei "personificazione dell'idea".

Spesso tendiamo ad agire, perchè fa comodo, come se i massimi sistemi avessero una vita propria.

E, allora, addosso al "comunismo", al "nazismo", all' "ismo" in generale...

Perchè è facile avere un capro espiatorio. si può almeno pensare che, se si riuscisse ad eliminare quello, le cose andrebbero meglio. Salvo che, di solito, alla caduta di ogni massimo sistema, le cose vanno peggio: bisogna pensare, lavorare, soffrire di più per ricostruire che per demolire.

E' ormai chiaro. il "capitalismo" non è il sistema economico perfetto che voleva essere. Possiamo discutere all'infinito, scrivere pagine su pagine, arrabbiarci e deprimerci e...restare immobili nell'attesa che le cose cambino.

Oppure possiamo muoverci ed agire. per quanto siamo costretti a farlo in una realtà che non va come vorremmo, che non ci piace, che ci disgusta un po'. In una condizione che ci sembra mediocre, che ci spinge a stare fermi, piuttosto che muoverci e sporcarci le mani.

E' vero, sarebbe bello che le cose cambiassero dall'altro, dove gli errori sono più dolorosi ed evidenti, le incongruenze più insopportabili.

Ma, putroppo, io non ho la possibilità di agire a certi livelli, non ho voce in capitolo, anche se desidererei. Ma non posso stare ferma a guardare.

E, allora, tutto sommato, preferisco vivere in una società in cui posso vedere le contraddizioni in un sistema e tentare di sanarle nella quotidianità, per quanto parzialmente...

Preferisco vivere in una società in cui poter scegliere, anche, semplicemente, banalmente, tra chi mi offre lo stesso servizio a prezzi diversi.

Preferisco vivere in un sistema in cui se ti sbatti di più ottieni di più, se la tua idea è migliore di un'altra ha la possibilità di venire riconosciuta ed apprezzata. In una società in cui sono le idee a fare i soldi e non viceversa.

E non parlo in astratto. E' quello che vedo ogni giorno, per fortuna, nell'Università dove studio, nel laboratorio dove trascorro qualche settimana, nell'Ospedale dove spero di lavorare.

Il più grosso errore che posso commettere è piegarmi all'idea comune (che è, tra l'altro, ciò che sta facendo morire il capitalismo) che il denaro sia un fine e non un mezzo.

Il profitto, il cardine del capitalismo, non è una cosa negativa in assoluto. E' onesto ammetterlo.

Che il profitto divenga un fine a sè stante, non un punto di partenza, questo è male.

Ma che il denaro ritorni ad essere un mezzo e non un fine, dipende, nella concretrezza del mio quotidiano, solo ed esclusivamente da me.

Monday, September 05, 2005

Pensieri sconnessi

Oggi niente posts seri, contrariamente al solito... Sono un po' fusa e mi vengono in mente solo sciocchezze... Ma a volte ci vogliono anche quelle, no?

...sì, ma non troppo... E' ora di basta, rimando qualsiasi sviluppo a domani...
Vado a casa a leggere qualcosa di acculturato, così, giusto per mantenere alto lo standard!

Economia di mercato

La concorrenza ci salva da una rovina certa, dal rischio di dover trascorrere il resto della nostra vita dormendo sotto un ponte... Me ne sono convianta oggi, quando, per la prima volta dopo una settimana, ho potuto far colazione al bar dell'Uni, che ha riaperto, e non in quello dell'ospedale... Ed ho risparmiato i primi 40 centesimi (che sono più delle vecchie cinquecento lire!!!) della giornata...

Ma perchè un cappuccino devono farlo pagare 1 euro e 10 cents (!!!) solo perchè o lo prendi nell'unico bar aperto o ti accontenti del liofilizzato degli automatici?

Allora, evviva il libero mercato, la concorrenza e la libertà di impresa...
E provate a sostenere il contrario!!

...la ricerca fa male?!?

Questa immagine

l'ho addocchiata di fronte alla scrivania di uno dei ricercatori con cui sto lavorando... E mi ha fatto sorridere...

Forse, appena un mese fa, non l'avrei neppure notata... Tantomeno avrei sorriso!
Magari avrei pensato "Ma con che gente lavoro?!?".

Sarà l'ambiente, sarà la stanchezza o i reagenti chimici... Tant'è, ora quando la vedo sorrido...

Devo preoccuparmi?

Sunday, September 04, 2005

Musica

HOME

What’s worth nothing else but love
Take a walk down any street now
Every one of us in our own little world
Looking for a heart with whom to beat now

What’s worth nothing else but love
I’m prepared to take the heat now
What’s worth more than anything else at all
To keep you firmly on your feet now

So fake cool image should be over
‘Cause I long for a feeling of home
Real life, depicted in song
A loving memory
After long, home is a place where I yearn to belong

Where the land meets the sea
She’ll be smiling so sweetly now
I hope that she’ll be here much longer than I will
My heart loves her with every beat now

So fake cool image should be over
‘Cause I long for a feeling of home
Real life, depicted in song
A loving memory
After long, home is a place where I yearn to belong


[SIMPLY RED, HOME, 2003]

Cover bands

Oggi ho avuto la conferma ineluttabile del fatto che le cover band sono tra le cose più tristi che possano esistere in campo musicale...E anche in generale...

Soprattutto se suonano pezzi emulando un gruppo eccezionale, come i Nomadi, dovendo sopportare il peso dei paragoni, che vengono spontanei (purtroppo!)... Soprattutto per quanto riguarda il cantante... Perchè Augusto è Augusto...

New Entries

E' con grande piacere e con un pizzico di orgoglio (perchè un pochino di merito ce l'ho anche io) che annuncio a tutti i miei lettori la "nascita" di due nuovi blogs, a cui non mancherò di prestar attenzione.

Il primo, in ordine cronologico, è quello di una scrittrice in erba, di cui taccio il nome per mantenere un'aura di mistero, davvero molto dotata... Leggendo i suoi posts, non si può non accorgersi del dono grande che ha ricevuto è che sta cercando di far fruttare... Beckett lo definirebbe la capacità di "trovare una parola che apra una porta sull'esistenza"... E lei ce la fa davvero e spero per me e per tutti voi che continui!

Il secondo, nato da poche ore, è quello della mia assidua lettrice, commentatrice instancabile, ma, soprattutto, cara amica Martella. Un nome una garanzia... Ormai anche voi avrete imparato a conoscerla... E' un po' una di casa in questo blog, come lo è nella mia vita, per cui non ha bisogno di grosse presentazioni... Anche perchè è una persona piacevole da scoprire... E soprattutto così trasparente ed espansiva che non avrete alcuna difficoltà ad apprezzarla...
In fondo, "Che mondo sarebbe senza Martella?"

Saturday, September 03, 2005

Poesia (latina)

Orazio Carmina 1,11

Tu ne quaesieris, scire nefas,quem mihi, quem tibi
finem di dederint, Leuconoe, nec Babylonios
temptaris numeros. Ut melius quidquid erit pati.
Seu plures hiemes seu tribuit Iuppiter ultimam,
quae nunc oppositis debilitat pumicibus mare
Tyrrhenum: sapias, vina liques et spatio brevi
spem longam reseces. Dum loquimur fugerit invida
aetas: carpe diem, quam minimum credula postero.

Da (ri)vedere

Così, per caso, mi è venuta voglia di rivedere questo film, se non uno dei miei preferiti, almeno uno di quelli che merita di essere rivisto più d una volta.
E cercherò di farlo al più presto.

Tanto per arrabbiarmi un po'

Io continuo a chiedermi perchè uno studente di Medicina in Italia debba dover scegliere tra la scuola di specializzazione e il Dottorato in ricerca, mentre nei paesi anglosassoni no. Quasi quasi mi verrebbe da chiedermi se non avrei fatto meglio a fare Biotecnologie o ad andare all'estero... Intanto non mi resta che tentare di far arrivare le lamenele sufficientemente in alto.

Friday, September 02, 2005

Amos Oz, "Contro il fanatismo"

Più che un libro, un breve saggio: conciso, chiaro... Scritto per essere letto, anche in un paio d'ore, anche sul treno, ma non con leggerezza.

Scritto per essere letto e per rimanere dentro, aggiungerei. Perchè ci si mette più tempo a decifrare e sviluppare ciò che ti lascia, che a finirlo.

Molti più spunti che conclusioni, molti più puntini di sospensione che punti fermi...

"...solo colui che ama può diventare un traditore. Il tradimento non è il contrario dell'amore, è una delle sue tante opzioni. Traditore è colui che cambia... In altre parole, agli occhi del fanatico, il traditore è chiunque cambi"


...o ancora...

"Il fanatico si preoccupa assai di te, e o ti si butta al collo perchè ti vuole bene sul serio o punta alla gola, nell'eventualità che ti dimostri irriducibile. In entrambi i casi, da un punto di vista topografico, il gesto è più o meno lo stesso."


Che dire, c'è da rimanerci di sasso... E non capirci più niente...

Ama il traditore, ama il terrorista. Un paradosso, oppure...

Il bello è proprio che c'è spazio per le interpretazioni, per la democrazia, per la libertà di pensiero, per la fantasia...

Insomma, un libro "Contro il fanatismo".

P.S.: avrei dovuto mettere direttamente il link alla scheda del libro, ma per evitare appropriazioni indebite, visto che chi me l'ha consilgiato ha il suo bel blog, vi rimetto il rimando a quello, così fate un giro anche lì, che merita...e tra le tante cose troverete anche il link per il libro.

Thursday, September 01, 2005

Sospetti

A me non piace essere sospettosa... Mi fa sentire insicura e anche un po' codarda...
Ma in questi giorni a Milano non ho potuto fare a meno di sentirmi un po' diffidente.

Quando salgo sulla metro non posso non chiedermi chi sia chi mi sta accanto, che cosa ci sia nello zaino del passeggero in fondo alla carrozza, dove stia andando quell'uomo dai tratti mediorientali che è salito con me...

Mi sono chiesta diverse volte se non fosse solo un mio problema. O se anche le persone che incontro per strada si stiano domandando le stesse cose...

Poi leggo quello che è successo ieri a Bagdad e non posso fare a meno di pensare che, in fondo, tutti sono nella mia stessa condizione. Che anche chi non lo dice, chi non lo fa vedere ha nel cuore un po' di inquietudine.

Ma, una volta tanto, non vale il detto "mal comune, mezzo gaudio". Anzi, vale, ma non per noi. Vale per i terroristi, per coloro che hanno potere di portare la gente ad uccidersi a vicenda solo con le parole, le intimidazioni, giocando con i sentimenti.

E questo è ancora più doloroso e mi fa sentire ancora più cordarda.

Ma, in un certo senso, mi sprona anche. Mi spinge ad essere meno intimorita senza diventare sprovveduta. A trovare un equilibrio. A non diminuire l'attenzione a ciò che ho intorno, che c'è e che non possiamo ignorare, senza che questa si trasformi in pura follia.

Mi spinge ad imparare a non avere paura, a non fare il gioco dei terroristi.

Chissà che cosa si sono detti...

Mi ha incuriosito parecchio leggere questa notizia...

Non riesco ad immaginare i toni dell'incontro. Ma stimo troppo il nuovo Papa per non essere certa che lui abbia molta più fantasia di me e veda molto più a fondo di quanto io sia capace...Perciò sono fiduciosa!